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domenica 27 gennaio 2019

GIORNO DELLA MEMORIA O MEMORIA DEI GIORNI?

Oggi,il giorno della memoria dell'Olocausto,vorrei lasciare anch'io un ricordo,una nota.Ma la rete è così piena e ricca di interessantissime memorie che continuerò a leggere per giorni.
Ma poi,che cos'è la memoria?Un cassetto nel quale riponiamo i nostri ricordi,e che apriamo di tanto in tanto per rivederli,rivederci?
Non credo sia queso o solo questo,ed è uno dei motivi per cui non mi piacciono le giornate dedicate:la donna,la mamma,i nonni,San Valentino e la giornata della memoria,appunto.
Serve,certo,almeno per un giorno siamo tutti obbligati, anche i più distratti,a fermarci un momento,a riflettere,ricordare.
Ma la memoria è anche altro,è qualcosa di vivo,in continua evoluzione,è un cervello pensante che guarda quello che succede,ascolta chi racconta,elabora le notizie,si informa,se ne fa un'opinione.Solo dopo accantonerà tutto nei cassetti della mente,che si aprono automaticamente ad ogni piccolo riferimento,ad ogni notizia,ad ogni fatto che può essere collegato a fatti precedenti,
La memoria fa confronti:ieri,oggi,fatti che sembrano lontani ma che hanno qualcosa in comune,qualche assonanza,Solo così la memoria del passato non è notizia sterile,che ci fa indignare,gioire,amare,ricordare,una volta l'anno,a comando.
Ogni giorno dovremmo legare gli eventi,anche quelli più banali e quotidiani alle memorie che abbiamo custodito.Ogni giorno c'è qualcunoche subisce angherie,abusi,atti di bulliso,ed allora devo dobbiamo,dovremmo ricordarci che tante tragedie dell'umanità si sono consumate perchè in quel momento molti non hanno avuto coscienza di quanto succedeva,non avevano memoria,non avevano saputo collegare i fatti con cose che da qualche altra parte,in qualche altro tempo, erano già successe.










lunedì 21 gennaio 2019

50 ANNI DOPO

Un breve viaggio a Milano per festeggiare i 50 anni di matrimonio di mio fratello :E' stata un'ottima occasion di incontro con tanti parenti ed amici  che non vedevo da tempo e per passare qualche giorno con i miei.
50 anni,mezzo secolo,ed una storia che è quasi una favola,diciamo una storia favolosa.
Il protagonista, da ragazzo ha dovuto crescere in fretta,e lasciare anche la scuola perchè serviva una mano nella fabrichetta che papà aveva creato,con molto coraggio e altrettante difficoltà.
Non era facile avviare qualcosa negli anni '50,in un piccolo paese della lontana Calabria.
Ben presto,dopo la morte di papà ed il fallimento di un  sogno, ha dovuto emigrare:
meta Milano,la grande Milano,quella col cuore in mano ma che" non si affitta ai meridionali", e che di lavoro ne aveva,tanto e per tutti.Bisognava adattarsi,ingoiare qualche difficile boccone,ma la buona volontà ,lo spirito d'iniziativa e la capacità di relazionarsi con gli altri,hanno aiutato.Uno dopo l'altro,in qualche anno ci siamo trasferiti tutti,dando vita ad  una nuova avventura.
La storia del ragazzo ,che intanto cresce,lavora,incrocia un'altra storia,quasi parallela:storia di emigrazione,anche in questo caso,ma da una regione più a nord..
Scoppia l'amore,come in ogni favola che si rispetti.
Ne segue un matrimonio che a ricordarlo,e rivederlo, attraverso le foto,fa quasi tenerezza.



Due ragazzi giovanissimi e tanta grinta,tanta voglia di dimostrare che erano maturi,pronti a creare una nuova realtà.Lavoro duro,figli,nipoti,vecchi amici e nuove conoscenze,alle spalle sempre la famiglia,pronta a dare una mano se necessario,ma anche a chiedere ,in caso di necessità.Siamo fatti così,tutti per uno ed uno per tutti.Siamo cresciuti,creando ognuno il nostro mondo,facendo le nostre scelte,una mamma che ha fatto anche da padre,severa quanto basta,ma sempre disponibile,comprensiva ,accogliente.
Una favola,come dicevo,che ha avuto un suo momento di condivisione con una bellissima festa ,tanta allegria,qualche lacrima anche,perchè tante le persone non più presenti.
Una favola che ,sì,..c'era una volta ma c'è ancora,continua e mi auguro per tantissimi anni...
Vi voglio bene,Pino e Giuliana.