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giovedì 12 agosto 2021

LE NONNE CALABRESI

Sono una calabrese emigrante di ritorno in Sicilia.La Calabria ,come la Sicilia,è terra di emigrazione,da sempre.A partire sono figli,nipoti.A restare spesso anziani gentiori e i nonni.

Restano ed aspettano.

Nonna Anna ha atteso 20 anni prima di rivedere il figlio partito per il Canadà,il giorno dopo le nozze.La moglie lo vrebbe raggiunto solo dopo sei mesi,secondo le leggi di allora.Il nonno non lo ha più rivisto.

Ora ci sono telefoni,aerei,treni veloci,automobili.E' più facile comunicare,ma anche tornare.

E ad ogni ritorno,il rito si ripete,sempre lo stesso..Un abbraccio un bacio le prime notizie e poi,la nonna calabrese non chiede :come stai? ma “mangiasti”? (hai mangiato?)

Le due cose coincidono,aver mangiato è stare bene,in tutti i sensi.Sarà il ricordo di un retaggio antico,ma per le nonne neanche tanto lontano nel tempo,quando si nasceva e si moriva ,spesso senza allontanarsi molto dalla casa,dalla capanna,dalla tana delle origini e procurarsi il cibo per la sopravvivenza diventava il problema e l'attività principale.Certo,non si viveva per  nutrirsi,ma il nutrimento era indispensabile per affrontare il resto.Si stava bene se si acquietava la fame.Fisicamente,ma anche socialmente,avere di che sfamarsi poneva su un gradino più elevato risperro agli altri.

Quando arrivavano dei parenti in casa ,non solo da noi,se ci vedevano  ben nutriti,al limite della obesità,si complementavano con i genitori:il bambino/la bambina sta proprio bene!Se un po' più asciutti,magri,scattavano subito le domande allarmate..Ma sto bambino mangia? sta bene?avete parlato col medico?

E mentre ,tornando al rito attuale,i convenevoli,le domande e le rispose proseguono,la nonna ha già steso tovaglia e tovaglioli,posizionato bicchiei posate acqua vino bibite varie,sta disponendo nell'ordine sottaceti,formaggi salumi pane verdure,olive “di giarra” tutto ovviamente se non dell'orto prprio ma almeno locale e casereccio.


Porge l'asciugamano ed invita a sciacquasi la faccia,..”che sto buttando la pasta”.Si prova a dire che no,non ho fame,caso mai dopo.Già d'incanto si è seduti a spizzicare,e assaggio dopo asaggio,si ricominciano a ricordare sapori profumi, storie abitudini familiari,e non si sa se continure con una fetta di capocollo appena presa o affrontare gli spaghetti fumanti che sanno di basilico,pomodoro fresco, formaggio locale e con quel tocco particolare,quel misterioso ingrediente della cucina di ogni nonna.

Non importa a che ora finisce lo..spuntino,le chiacchiere e le domande continuano fino all'immancabile caffè.Ma quando,in quale preciso momento ha caricato la vecchia cara moca? Mistesri delle nonne!

E finalmente la frase magica: "vai a riposare che sarai stanca."

In effetti,la nonna,a questo punto,ha bisogno,lei,di raccogliere tutte le sue emozioni,assieme ai piatti da lavare,alla tavola da sparecchiare.Perchè ,subito dopo ,cercando di non fare rumore,di non disturbare,ricomincia con i preparativi per la cena,quella vera,non gli assagini improvvisati..

Spesso i nuovi arrivati sono svegliati nonostante  il bisogno di riposare, da nuovi intensi profumi che dalla cucina si spandono per casa..

E già si immagina,da piccoli indizi,la succulenta e profumata  parmigiana,perchè tutti facciamo la parmigiana, da nord a sud,in una ormai ovvia globalizzazione di usi costumi e sapori,ma la parmiggiana della nonna calabrese è altra cosa.Bisogna provarla per credere!



Ah,le nonne,queste magiche figure che hanno accompahganto i nostri anni,dall'età scolare al matrimonio ed oltre..

Se non ci fossero,bisognerebbe inventarle!!