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giovedì 6 giugno 2024

IL TEATRO A SIRACUSA






Veduta panoramica del teatro e,inserito in uno straordinario parco archeologico di bellezza eccezionale.

La prima domenica di giugno,da anni,è dedicata al teatro classico,a Siracusa. Quest'anno era di scena Fedra di Euripide,o meglio Ippolito,tragedia che ha Fedra come protagonosta ,assiene ad Ippolito ,figlio di Teseo e della amazzone Ippolita.Fedra,matrigna di Ippolito,se ne innamora in modo ossessivo e passionale,in questo sollecitata e spinta dalla dea Afrodite che ritiene un affronto alla sua bellezza il disinteresse del giovane Ippolito,dedito alla caccia e al culto di Artemide,e votato alla castità.


        Ippolito,,allegro,spensierato,danza e canta con i suoi amici  al ritorno dalla caccia

Fedra,innamorata, sente rimorso per questo amore quasi incestuoso e per l'offesa che non vorrebbe fare al marito Teseo,così decide di morire.Vani i tentativi della nutrice che cerca di dissuaderla con ragionamenti logici,rimpoveri e affettuosi consigli: la desision è ormai presa,con piccolo stratagemma che
dovrà ,secondo le sue intenzioni,salvare il suo onore e quello dei suoi figli ed avere la pietà del marito, Teseo.Lascia una lettera con la quale accusa Ippolito di aver compromesso il suo onore,violentandola nel letto maritale.





La tragedia ha il suo epilogo con la disperazione del marito,rientrato quando la moglie era già morta,Ippolito che saluta il ritorno del padre e nel contempo sa della tragedia ,il suo esilio voluto dal padre che non accetta alcun'altra verità se non quella suggerita dalla moglie suicida ed il colpo di scena finale,con l'intervento della dea Artemide,che spiega come sono andate veramente le cose.



In scena Teseo con il coro,il seguito dei servitori e il letto con la moglie morta

Questa ,molto sinteticamente ,la storia.Ma lo spettacolo per me è già il teatro,quel teatro che è lì da millenni ,inserito in uno dei luoghi più spettacolari,fra altre importantissime testimonianze della storia che da lì è passata lasciando tracce incancellabili.Ancora quasi vuoto,all'arrivo,si è man mano riempito .in tutti gli ordini di posti,mentre il sole volgeva al tramonto e qualche luce già accennava ad accendersi.

teatro ormai al completo

Imponente,e non poteva essere diversamente,la macchina di scena.Poi quando la dea Afrodite attraverso una scalinata laterale del teratro,arriva,da sola riempie lo spazio con la sua sfolgorante e vistosa bellezza. E gli oltre 4600 spettatori trattengono il fiato,e per tutta la durata dello spettacolo non si sente volare una mosca.

Imponente la macchina di scena:si aprirà per far scendere Artemide

La luce del sole cede spazio alla sera e alle luci di scena,molto ben dosate,ed ognuno di noi,immagino,si immedesima nella storia che si srotola davanti ai nostri occhi



attenti ,simpatizza con l'allegria e la leggerezza di Ippolito,ascolta le parole sagge della nutrice,comprende lo strazio di Fedra,la disperazione del marito, le accorate voci del coro;si lascia trascinare dagli eventi in un susseguirsi di cambi di scena,di situazioni improvvisate,di effetti speciali,fino ad un liberatorio applauso finale,lungo scrosciante potente che richiama protagonisti, comprimari e comparse più e più volte sulla scena.Quando le luci,sempre discrete,e forse anche troppo,si riaccendono,è ora di lasciare,nonsenza qualche piccola difficoltà,ed un pò di malinconia,i propri posti,per avviarci all'uscita.
Ottima interpretazione da parte di tutti,forse qualche nota stonata,troppo moderna e male inserita nel contesto scenografico ma complessivamente un giudizio positivo.Qualche foto ,non tutte mie,a corredo .

                               Lo scenario con  gli alberi a fare da quinte naturali



                Il teatro,visto dall'alto,una diversa prospettiva  che dà il senso della sua maestosità. 



sabato 30 marzo 2024

GLI ARCHI DI PASQUA

 C'è la tradizione del grano e del pane in molti paesi della Sicilia,forse antico retaggio di stagioni  segnati dall'abbondanza di messi,con tutto il corredo di lavoro,di fatiga,del rito propiziatorio che precede il cicli lavorativi e del ringraziamento a raccolto avvenuto.








In qualche caso è la festa di San Giuseppe,della Famiglia,ma per il paese di San Biagio Platani-prov di  Agrigento,è legara alla Pasqua,e comunque alla primavera,altre feste ci sono in altri Paesi per fine raccolto,in estate e  legano spesso riti sacri e profani,dei e Dio,altari ed are votive.

San Biagio Platani è un piccolo paese,ed inizialmente si faceva l'Arco di Pasqua o Arco di Pane,per il Venerdì Santo:un arco ,all'ingresso del paese,costruito con canne che per la loro flessibilità ,potevano essere modellate seguendo il disegno dei costruttori,era completato da rami di salice  ed inserti di rosmarino,creando degli intrecci armoniosi e rappresentava   il trionfo della Vita,attraverso la resurrezione di Cristo ,sulla morte.Durante la notte del Sabato Santo l'arco veniva completato con artistiche forme di pane,lavorato da artigiani panificatori della zona ed offerte dalle famiglie benestanti del paese.  Per il giorno di Pasqua,disfatti gli archi,il pane veniva distribuito ai cittadini,in particolare a quelli più bisognosi.

Nel tempo agli archi si sono aggiunrte delle vere e proprie opere architettoniche,lungo tutto il corso del piccolo paese,da parte di varie altre associazioni confraternite e maestranze.La pasta di pane,lavorata nelle forme più strane e artistiche ha continuato ad addobbare angoli colonne capitelli porte finestre balconi,costruzioni effimere ma di grande pregio ,ed a questi lavori si sono aggiunti anche dei quadri le cui figure vengono,disegnate e composte con l'uso di legumi,cereali frutta.Si usano ceci,lenticchie fagiolidi tutte le possinili varietà riso grano orzo.Vengono lasciati esposti per un intero mese,ed attirano fedeli e curiosi da tutta l'isola ed oltre.Esiste anche un Museo in buona parte fotografico,che testimonia nel tempo anche i vari cambiamenti distile .Propongo alcune foto da me scattate durante una mia gita nel 2011.

Auuro agli amici tutti una Buona Pasqua,e felici giorni di sole e di serenità.











giovedì 21 dicembre 2023

LA MIA FINESTRA DELL'AVVENTO

 Apro la 21.ma finastra del Calendario dell'Avvento del focolare dell'anima ideato e portato avanti dalla bravissima Sciarada ,ormai da ben DIECI ANNI! 


Venne fra noi,in una fredda notte,confortato dalla presenza di un bue e l'asinello sul quale Maria,accompagnata dal Giuseppe aveva attraversato paesi e campagne in cerca di un luogo possibile dove farlo nascere.

Dei pastori lo salutarono alla nascita e dal loro gregge tagliarono qualche ciuffo di lana per scaldare e rendere più comodo in suo giaciglio i paglia.



Fu una notte magica.Il tempo si era fermato,le stelle tutte sembravano più brillanti,più vicine alla terra,nell'attesa di qualcosa che doveva accadere.ma i pochi testimoni niente sapevano,lo accolsero da umani e come un essere umano bisognoso di tutto.

Venne fra noi,per portare la Buona Novella,ma non tutti la capirono.Erode,minacciato nella sua sete di onnipotenza ,fece una strage di tanti innocenti per colpire anche lui.Ed anche mentre cresceva diffondendo saggezza ed amore,non fu capito,fu cacciato dal Tempio.Ad altri bambini innocenti nei secoli è stato impedito di realizzare i propri sogni adulti.

Chi perseguita,offende uccide un innocente ruba la speranza di un mondo diverso.

Nascere in una capanna ,per Lui non era una necessità,ma un insegnamento di umiltà,di amore per gli ultimi che sono stati i primi a godere del privileggio di vederlo ed ossequiarlo,i primi a capire ed accogliere la Buona Novella.

Mi immagino bambina anch'io per un momento e con la mia letterina,come ai vecchi tempi,chiedo a Gesù Bambino che nella sua infinita misericordia si ricordi di tutti i bambini che ancora oggi nascono ,non per scelta e neanche per caso,in luoghi dove non è possibile avere neanche la dignità di uomini,per quelli che sopravviveranno. Si ricordi di quanti nascono in mare,o fra le macerie delle case distrutte dalle bombe o nelle bidonville delle megalopoli fra sporcizia e miseria.

Chiudo questa mia finestra augurando, a quanti mi leggeranno,giorni di festa sereni ed allegri scaldati dagli affetti delle persone care e passo il testimone a Sciarada

https://animamundi-sciarada.blogspot.com


sabato 9 dicembre 2023

SICILIA DI SOLE E DI SALE

La Sicilia è un'isola che galleggia fra l'azzurro delle acque del mediterraneo e il blu del cielo: il giallo del sole sempre pronto a crearsi un varco,quando le nuvole,qualche volta ci sono anche loro,gli contendono il diritto di brillare,cerca il suo spazio fra cielo e mare.

Il sole che è vita ma che spesso brucia,asciuga linfa vitale e risorse non solo metaforicamente.

Questa è l'isola,questi siamo,noi siciliani.

E poi c'è il sale!

Sale candido dello stagnone,alle saline di Trapani,dove spesso il sole,al tramonto,crea fantasie di colore e di bellezza tali da giocarsi il primato con i più bravi impressionisti,paesaggisti,naturalisti.

Ma anche il sale delle miniere:Racalbuto,Petralia Soprana,Realmonte,Cattolica.

Sale di primissima qualità quello delle ricche miniere di Petralia Soprana,che si estendonono per chilometri in lunghezza e a più livelli in profondità,

Così estese, da compromettere le falde acquifere di uno dei più lunghi fiumi siciliani,il Salso,nel cui nome è già implicito quanto sopra accennato.

Ho visitato qualche anno fa,quando ancora la pandemia non ci aveva obbligati a cambiare nostri programmi di vita,le miniere di Petralia Soprana,un paese all'interno della Sicilia,in provincia di Enna,che di queste e per queste saline vive ed è conosciuto.

C'era una mostra di sculture di sale,realizzata all'interno della miniera,qualcosa si spettacolare.






Il buio delle gallerie appena rischiarato dalle varie istallazioni creava un fascino impossibile da descrivere.

Le gallerie scavate con le potenti frese si estendono per chilomentri e chilomenti,dentro ci camminano i grossi camion che prelevano il sale che spesso,data la sua purezza,viene confezionato senza bisognodi ulteriori lavorazioni.Ci sono gallerie sovrapposte su 5 livelli e si può ancora scavare più a fondo.

Posto un po' di foto scattate da me, visitando la mostra “Sculture di sale”.Ho prelevato anche alcune foto scattate dal maestro fotografo Ferdinando Scianna a corredo di un servizio di Leonardo Sciascia.

Ovviamente al sale ed alla sua estrazione è legato il duro lavoro di estrattori e minatori ed in Sicilia vale anche per tutte le altre miniere,compreso lo zolfo.Di questo in buona parte Leonardo Sciascia parla nel suo libro “ Le Parrocchie di Regalpietra”                                                                                                                       







           









                                     

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          

                                                                  Ferdinando Scianna:Miniera di Racalmuto



Saline di Marsala.sale pronto per la             raccolta-                                                                                                                             Saline di Mozia
                   saline di Mozia












                                                                                                                                                                                                                                                                                         

lunedì 4 dicembre 2023

DiI LIBRI E DI AUTORI

 

ADA D'ADAMO:COME D'ARIA

Ho letto il libro,anche sull'onda emotiva che ha suscitato la notizia del premio Strega,quando lei non c'era già più.

In genere evito di acquistare libri molto pubblicizzati e decantati,aspetto che il tempo dia ragione o torto ,in questo caso mi sono servita della biblioteca del mio comune,per non correre rischi.

E' necessario  raccontare il dolore per sottrarsi al suo dominio”Rita Charon

E l'autrice lo ha fatto,ha raccontato il dolore.

Un diario puntuale,sincero e dettagliato di un percorso di sofferenza,sconfitte qualche vittoria, cadute e qualche ripresa,prima per la infermità della bambina,nata con una gravissima malformazione. E dopo, per la malatia che colpisce anche lei,la madre che sperava di restare vigile e sempre pronta per far crescere la sua creatura nel migliore dei mondi e dei modi possibili,nonostante tutto.

Si consegna al lettore con una schiettezza e sincerità disarmanti,senza protezioni senza difesa alcuna facendoci attraversare il suo calvario,i suoi momenti di felicità,pochi,di sconforto,tanti.

Scrittura scorrevole,pulita,quasi asettica anche nel comunicare emozioni .

Alla fine lascia un senso di vuoto,di impotenza di fronte a eventi più grandi di noi anche se non rari purtroppo.Destino? Fatalità?

E tuttavia,dopo la lettura attenta ,dopo le amare considerazioni sulla fine triste anche se prevedibile, personalmente non avrei assegnato lo Strega.

Non conosco le motivazioni,posso solo intuirle,ma certi eventi culturali lasciano il segno nel tempo e in questo caso la scelta non mi è sembrata appropriata.Ovvio che è un mio parere,espresso nonostante il timore di commenti di senso diverso.

martedì 25 aprile 2023

IL MIO 25 APRILE

Mi chiamo Caterina,per alcuni amici  sono Chicchina o Chicchi,per altri Rina o Cate.ma sono sempre io e rispondo se mi sento chiamare ,anche se con nomi o nomignoli diversi.

Sono una Donna e sono Italiana perchè ho avuto la fortuna, non per scelta o per meriti, di nascere in questo bellissimo Paese ,dove respiero la storia e la civiltà dei millenni e che mi sono state tramandate con amore ed intelligenza da chi mi ha preceduta.

Sono anche una Mamma,per scelta e non perchè sia  scontato,essendo donna.

E sono cristiana,perchè battezzata,questo è forse più scontato, essendo nata in un Paese che ha al suo interno uno Stato  centro e simpolo della cristianità come religione.

Questi i miei dati ,anagrafici,per i quali non vanto alcun merito,li vivo,li indosso tutti i giorni come indosso i miei vestiti.

Per questo non mi sognerei mai di salire su un palco per declamarli,facendone un'arringa e comunque mai indossando stivali e pantaloni alla zuava,anche se diluiti in tenui colori pastello.

Ma a questi dati,di presentazione,per completezza,ne voglio aggiungere almeno altri TRE:

Sono ANTIFASCISTA,PARTIGIANA e  il  25 APRILE è per me la festa della LIBERAZIONE, della LIBERTA' e della RESISTENZA.

Non sono dati anagrafici,è vero ,ma in parte lo sono anche.

Sono nata che eravamo già in guerra ma dalle mie parti,terra di contadini,la guerra è sempre stata una sciagura,una calamità per tutti,o quasi.Da noi non si seguivano le adunate oceaniche:chi vive con il lavoro della terra,con la fatica quotidiana di portare a casa il pane,guarda il cielo sperando che il vento la pioggia la grandine il gelo non rovini il lavoro svolto ed il raccolto come promessa. Più tardi si guardava il cielo per seguire l'arrivo degli aerei e sfugire alle bombe.

Ho conosciuto le ristrettezze,la paura:mio padre ed i suoi fratelli  guardati a vista come delinquenti solo  perchè non si erano mai piegati al fascismo,  non si tenevano i busti o le foto del duce, in casa,non si  andava alle adunate.

Per tutto questo c'era un prezzo da pagare,in famiglia si sapeva, ed è stato pagato,col confino,con la prigionia con la morte in guerra di giovani familiari,nell'eccidio vergognoso  di Cefalonia,per esempio.

Per questo sono cresciuta a pane,anche raffermo, latte quando c'era,e antifascismo.Certo allora non capivo tutto,ma mi bastava osservare il modo di vivere dei miei,ascoltare i loro discorsi,per capire da che parte stare.

E il 25 Aprile lo ricordo bene,lo ricordo come un mare di bandiere, di  suoni e di canti liberatori.Ricordo i caratteri grossi dei giornali,ricordo la voglia di parlare,di urlare quasi, i capannelli di persone e se c'era qualcuno più informato diventavano subito comizi.Non era tutto finito,ma si gustava la libertà .

La libertà non è stata una concessione,piovuta dall'alto, ma una conquista :dolorosa ,fatta di sangue di lutti di morte di atrocità,di sacrifici ,di rinunce.

Per questo è necessario ricordare,raccontare,studiare la storia,onorare la memoria di quanti hanno contribuito a rendere possibile tutto questo.

Per questo ,per me,oggi e sempre RESISTENZA!!



Genova::corteo per la liberazione.

mercoledì 8 marzo 2023

OTTO MARZO 2023

 

Siamo noi: siamo le donne.Donne in cammino ,da sempre.

Siamo noi:Francesca,Ruth,Aisha,Consuelo,Fawad,Irina.

Siamo Cristiane, ebree,protestanti,scintoiste,mormoni,buddiste.

Ognuna col proprio nome,ognuna col proprio credo,ma donne,sempre.

Siamo mamme,nonne,sorelle,figlie.

Siamo mamme, per scelta,qualche volta per caso, mamme di figli nostri o di altre,se serve.

Siamo le bambine siriane,cresciute all'ombra di ruderi,lascito delle guerre,senza nomi,senza casa senza scuole senza senza speranza.


Siamo le ragazze senza volto, coperte da anonimi veli,le donne irachene con il corpo sigillato entro scuri burka:ci hanno tolto il respiro l'aria la gioia di vivere libere ,il piacere di lavorare,di studiare.

Siamo le pescatrici di perle, che servono per abellire i decoltè.Un tuffo nel buio delle acque e poi ritorno alla luce,dieci cento volte.Qualche volta solo un tuffo nel buio.

Siamo le donne dei deserti,i piedi consumai dalla sabbia, il sole che asciuga i pensieri e la linfa di vita.In cammino,sempre,in cerca di acqua,in cerca di cibo,in cerca di nuove possibilità di vita.

A volte raggiungiamo anche il mare,ci inebria il sogno propibito di immergerci,di attraversarlo,nella speranza di nuovi approdi.

A volte le onde ci fermano prima, assieme ai nostri figli.Ma non possiamo scegliere:non fra una crocera o le comodità di una casa.Non ci è permessa la prima e non abbiamo una casa,un tetto.

Siamo le donne che cercano dignità e indipendenza attraverso il lavoro,ma non riescono,non lo trovano il lavoro.

Siamo le donne innamorate che spesso muoiono dentro un amore.

Se insieme urlassimo la nostra rabbia,faremmo spalancare il cielo,crollare i muri e i grattacieli.

Se insieme manifestassimo la nostra indignazione faremmo vergognare l'altra netà del cielo,almeno quella che vanta dei diritti su tutto,noi comprese.

Oggi vogliamo o almeno vorremmo,che non si parlasse di festa per le donne. Fate voi,giorno dei ricordi delle mille battaglie vi va bene?Giorno della memoria per chi non ce l'ha fatta ed è rimasta per strada?

Chiamiamola giornata di celebrazione.

Grazie!

tutte le foto sono state prese dal Web