"La primavera si distendeva lenta e serena, con i suoi colori freschi e il cielo che si faceva sempre più azzurro. La Pasqua si avvicinava, portando con sé una dolce sensazione di rinnovamento. Nei campi, i fiori sbocciavano timidamente, mentre il vento, leggero e gentile, sussurrava tra i rami degli alberi. Era il momento perfetto per lasciarsi alle spalle l'inverno e abbracciare la speranza che la stagione nuova portava con sé."
Finalmente si poteva sperare in nuove giornate di sole,e già pensavamo alla Pasqua,alle scampagnate.E prima ancora c'era la Domenica delle Palme:
bisognava intrecciare le palme da portare in Chiesa,assieme ai ramoscelli di ulivo,per la tradizionale benedizione.E forse si poteva indossare il primo vestito leggero,per la nuova stagione.
Avevano iniziato a lavorare già da qualche mese anche giovani ed anziani del piccolo borgo di Bova,paesino arroccato a 700 mt.l.m.,in prov.di Reggio Calabria:bisognava preparare le Pupazze di Pasqua per la processione delle Palme.Si trattava di un rito antico che da qualche anno era stato riportato in auge,assieme alla ripresa dello studio del grecanico,lingua parlata ancora da molti anziani e che raccoglieva già tanti proseliti volenterosi fra i giovani.Un rito,quello delle “pupazze”,ripreso dalla tradizione pagana, e che,come spesso accade,era stato adattato ed adotato dalla religione cristiana.Mani abili,con sapienza antica creano delle vere opere d'arte.
Si preparano delle struttute,dei manichini,con sembianze di donna che poi vengono totalmente rivestite,con pazienza e maestria ,di ramoscelli e foglie intrecciate di ulivo,completati con nastri ,fiori di campo ,i primi frutti della terra:baccelli di fave,piselli,rami di zagara,palme intrecciate a forma di fiore cuori ,ma anche dolci della tradizione.
Una festa di colori che mette allegria.
Vengono poi portate in processione per il paese,ed è una gara a chi ne ha preparate di più belle.Segue la tradizionale benedizione,davanti alla Chiesa .
Le strutture,a benedizione avvenuta,vengono spogliate degli addobbi e degli intrecci di ulivo e palme che vengono distribuiti a tuttui i presento,poprtate nelle case dove troveranno posto per tutto l'anno,per essere poi sostituite alla prossima cerimonia.Molti portano nastri e ramoscelli nei loro orti e terreni,li attaccano agli alberi,di buon auspicio per prodotti abbondanti della terra.
Il rito,ora cristiano,si rifà al mito greco di Persephone e della madre Demetra.
Ades,signore dell'oltretomba,invaghitosi della bella Persephone ,la rapì,mentre la fanciulla raccoglieva fiori nel campo Niseo,portandola nel suo regno sotterraneo.
Dalla terra,assieme a Persephone,scomparve anche ogni tipo di vegetazione.
La disperazione della madre Demetra durò giorni e giorni poi finalmente le sue suppliche a Zeus ottennero una parziale grazia:Persephone poteva tornare sulla terra,dalla madre,per metà dell'anno e durante questa sua presemza la terra rifioriva,crescevano le messi i fiori e gli alberi davano i loro generosi frutti.
Poi ricominciava in ciclo del fredo e del buio,il succedersi delle stagioni,diremmo oggi,e la preparazione della terra a nuova rinascita.
La cerimonia delle “pupazze” conosciuta anche come processione delle Persefoni,al plurale,si ripete ogni anno,richiamando molti turusti e curiori nel piccolo e pacifico borgo,gradevole da visitare anche per il resto dell'anno.
Alcune foto per rendere conto della bellezza e particolarità dell'evento.
DUE LAVORI FINITI- INTRECCIO FOGLIE
LE DUE FOTO SONO DELLA DOMENICA DELLE PALME DI QUEST'ANNO
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