“L’estate era finalmente arrivata, e con lei il profumo delle creme solari, il suono delle ciabatte sulla sabbia bollente e le risate leggere che si rincorrevano tra gli ombrelloni. Ogni giorno sembrava una promessa: di un tuffo più alto, di un gelato mai assaggiato, di un incontro destinato a diventare ricordo. Fu proprio in uno di quei pomeriggi infiniti che accadde qualcosa di assolutamente imprevisto…”
Sonnechiavo con un occhio e con l'altro seguivo i movimenti di Giacomo e Alessandro:non stavano fermi un attimo,fra mare e spiaggia,nuotate,per fortuna vicino alla battigia,non si sentivano molto sicuri e le mie urla,quando si allonanavano,erano un ottimo deterrente.
Sentii un'agitazione strana,grida,quasi un litigio,altri ragazzini circondavano i miei.Mi avvicinai,facendomi largo e cercando di capire.
Giacomo aveva trovato un tesoro!Così diceva,urlando e reclamandone la proprietà.Alessandro tentava di dire che l'aveva vista prima lui, mentre qualcuno di mano lesta cercava,nella confusione di sottrarre il prezioso reperto:una enorme conchiglia tritone,di quelle che vengono usate come strumenti musicali a fiato.
Da noi i marinai le chiamano Brogne e molti le usano per ottenere suoni diversi a seconda delle necessità.Un S.O.S...primitiovo,un tam tam per attirare l'attenzione se una barca rischia in mare,se succede qualcosa di importante in paese,o quando il grano portato dalle donne al mulino, diventato farina era pronto per essere ritirato:il suonatore avvisava le donne che intanto si erano ritirate a chiacchierare.
Veniva usata anche a carnevale ed un suono cupo,ripetuto in crescendo doveva simulare l'aggressione del mostro,di cartapesta,che si avvicinava alla folla,creare paura...
Era davvero molto bella, interno madreperlaceo,levigata dalle onde e dalla sabbia,e partricolare importante,era già stata usata,aveva l'apice tagliato e levigato,per poter essere usata per suonare.Sapevo di cosa si trattava ma non sapevo usarla.E venne in aiuto ,dal nulla,Nino,giovane“lupo di mare” In mare ci era nato e cresciuto,come suo padre,come suo nonno.Era una delle famiglie di vecchi marinai che da tempo facevano parte della comunità del piccolo paese.Lui sì che sapeva usarla!Ci sorprese quando reggendola con le due mani iniziò a soffiarci dentro ed un suono strano,antico,ha rotto il silenzio ed azzittito le ultime animosità del ragazzini,ora attenti ed incantati.Ci voleva fiato,maestria per modulare quei suoni semplici,ancestrali,farli durare a lungo,sospesi fra cielo e mare.E lo stupore aumentò quando ci accorgemmo che qualcosa di grande si muoveva lento fra le onde e si avvicinava:due delfini giocavano,danzando nell'acqua a due passi da noi, ci guardavano, si tuffavano, riemergevano-Meravigliose creature,avevano forse percepito quei suoni o era un caso?Arrivarono presto altri due e poi altri e altri ancora,mentre il sole iniziava ad avviarsi al tramonto.
Presto si sarebbe nascosto dietro l'Etna che da lontano,dall'altra parte del mare,sembrava indicarne il cammino ,come un faro,ma imponente e sempre col suo bel pennacchio di fumo.La danza dei delfini continuava e Nino sembrava felice,quasi in estasi,ma ormai esausto..Mi piace immaginare che in quel momento si sentisse in simbiosi con i delfini,che fosse un incontro casuale,ma desiderato ed atteso,qualcosa che a noi comuni osservatori sfuggiva.
Lo spettacolo insolito aveva fatto avvicinare gli ultimi vacanzieri ancora in spiaggia, mentre il mare indossava il suo mantello scuro,con sprazzi di rosso e rosa ,ultimo omaggio del sole alle onde in eterno movimento.Nino ha smesso di suonare,dopo un ultimo soffio ,prolungato,che a tutti noi sembrò un saluto per i suoi amici delfini,forse era sua la conchiglia che i ragazzi avevano trovato.Abbiamo salutato anche noi i delfini che giocando si allontanavano girandoci le spalle.Tornammo nelle nostre case,in silenzio,conservando lo stupore per un evento strano e irripetibile.Cercammo Nino i giorni seguenti,ma sembrava sparito.Lo rivedemmo un tardo pomeriggio e gli restituimmo la conchiglia,la sua brogna,con la promessa che sarebbe venuto ancora a suonare ,per noi,e chissà,anche per i delfini.