La prima domenica di giugno,da anni,è dedicata al teatro classico,a Siracusa. Quest'anno era di scena Fedra di Euripide,o meglio Ippolito,tragedia che ha Fedra come protagonosta ,assiene ad Ippolito ,figlio di Teseo e della amazzone Ippolita.Fedra,matrigna di Ippolito,se ne innamora in modo ossessivo e passionale,in questo sollecitata e spinta dalla dea Afrodite che ritiene un affronto alla sua bellezza il disinteresse del giovane Ippolito,dedito alla caccia e al culto di Artemide,e votato alla castità.
Ippolito,,allegro,spensierato,danza e canta con i suoi amici al ritorno dalla caccia
Fedra,innamorata, sente rimorso per questo amore quasi incestuoso e per l'offesa che non vorrebbe fare al marito Teseo,così decide di morire.Vani i tentativi della nutrice che cerca di dissuaderla con ragionamenti logici,rimpoveri e affettuosi consigli: la desision è ormai presa,con piccolo stratagemma che
dovrà ,secondo le sue intenzioni,salvare il suo onore e quello dei suoi figli ed avere la pietà del marito, Teseo.Lascia una lettera con la quale accusa Ippolito di aver compromesso il suo onore,violentandola nel letto maritale.
La tragedia ha il suo epilogo con la disperazione del marito,rientrato quando la moglie era già morta,Ippolito che saluta il ritorno del padre e nel contempo sa della tragedia ,il suo esilio voluto dal padre che non accetta alcun'altra verità se non quella suggerita dalla moglie suicida ed il colpo di scena finale,con l'intervento della dea Artemide,che spiega come sono andate veramente le cose.
In scena Teseo con il coro,il seguito dei servitori e il letto con la moglie morta
Questa ,molto sinteticamente ,la storia.Ma lo spettacolo per me è già il teatro,quel teatro che è lì da millenni ,inserito in uno dei luoghi più spettacolari,fra altre importantissime testimonianze della storia che da lì è passata lasciando tracce incancellabili.Ancora quasi vuoto,all'arrivo,si è man mano riempito .in tutti gli ordini di posti,mentre il sole volgeva al tramonto e qualche luce già accennava ad accendersi.
Imponente,e non poteva essere diversamente,la macchina di scena.Poi quando la dea Afrodite attraverso una scalinata laterale del teratro,arriva,da sola riempie lo spazio con la sua sfolgorante e vistosa bellezza. E gli oltre 4600 spettatori trattengono il fiato,e per tutta la durata dello spettacolo non si sente volare una mosca.
La luce del sole cede spazio alla sera e alle luci di scena,molto ben dosate,ed ognuno di noi,immagino,si immedesima nella storia che si srotola davanti ai nostri occhi
attenti ,simpatizza con l'allegria e la leggerezza di Ippolito,ascolta le parole sagge della nutrice,comprende lo strazio di Fedra,la disperazione del marito, le accorate voci del coro;si lascia trascinare dagli eventi in un susseguirsi di cambi di scena,di situazioni improvvisate,di effetti speciali,fino ad un liberatorio applauso finale,lungo scrosciante potente che richiama protagonisti, comprimari e comparse più e più volte sulla scena.Quando le luci,sempre discrete,e forse anche troppo,si riaccendono,è ora di lasciare,nonsenza qualche piccola difficoltà,ed un pò di malinconia,i propri posti,per avviarci all'uscita.
Ottima interpretazione da parte di tutti,forse qualche nota stonata,troppo moderna e male inserita nel contesto scenografico ma complessivamente un giudizio positivo.Qualche foto ,non tutte mie,a corredo .
Il teatro,visto dall'alto,una diversa prospettiva che dà il senso della sua maestosità.