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lunedì 5 gennaio 2015

UN ANNIVERSARIO ....

Oggi,5 gennaio 2015 Peppino Impastato avrebbe,forse,festeggiato i suoi 67 anni.
Forse glielo avrebbe ricordato qualche amico,forse lui sarebbe stato molto impegnato, come sempre, nelle sue battaglie civili,perché ancora oggi le sue battaglie avrebbero avuto senso e significato,anche se molte cose sono cambiate.
Ma venne fermato molto prima,a soli 30 anni.Fu fermato dalla protervia e tracotanza della mafia il 9 maggio del 1978.
Ricordo questo anniversario con i versi scritti dalla madre di Peppino.

Forse servirebbe una traduzione il italiano,ma mi sembrerebbe di sminuirne il valore.


ODE A PEPPINO IMPASTATO -da mamma Felicia
Chistu unn’è me figghiu.
Chisti un su li so manu
chista unn’è la so facci.
Sti quattro pizzudda di carni
un li fici iu.

Me fighhiu era la vuci
chi gridava ’nta chiazza
eru lu rasolu ammulatu
di lo so paroli
era la rabbia
era l’amuri
chi vulia nasciri
chi vulia crisciri.

Chistu era me figghiu
quannu era vivu,
quannu luttava cu tutti:
mafiusi, fascisti,
omini di panza
ca un vannu mancu un suordu
patri senza figghi
lupi senza pietà.

Parru cu iddu vivu
un sacciu parrari
cu li morti.
L’aspettu iornu e notti,
ora si grapi la porta
trasi, m’abbrazza,
lu chiamu, è nna so stanza
chi studìa, ora nesci,
ora torna, la facci
niura come la notti,
ma si ridi è lu suli
chi spunta pi la prima vota,
lu suli picciriddu.


L'amico bloger Giò,mi suggerisce nel suo commento un pensiero di Peppino Impastato,sulla bellezza.E' un completamento del post,che riporto,dopo i versi di Mamma Felicia.

"Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore (Peppino Impastato)".



23 commenti:

MikiMoz ha detto...

Versi davvero forti.

Moz-

il monticiano ha detto...

Mi spiace per chi non può apprezzare in pieno i versi della mamma di Peppino ma quelle parole, diciamo tradotte, avrebbero perso il loro reale valore.
Grazie Chicchina, infinitamente grazie per averci ricordato un GRANDE GIOVANE, UN GRANDE UOMO e una GRANDE MAMMA.
Ti saluto con affetto,
aldo.

cristiana marzocchi ha detto...

Dei versi ( che sono riuscita a capire, grazie agli scritti di Camilleri) che fanno piangere, ancora una volta, la fine di quel giovane uomo tutto d'un pezzo.
Cristiana

Nella Crosiglia ha detto...

Commovente Chicchina mia, questo ricordo di una madre per il figlio, così barbaramente ucciso.
Dico una frase retorica, perdonami,ma sono sempre i migliori che se ne vanno.
Un bacio grande!

chicchina ha detto...

Il dolore di una madre per una morte atroce e ingiusta,scava nel profondo:leggo i versi come lacrime e urli cristallizzati.

chicchina ha detto...

Credo in parte siano comprensibili,leggiamoli e consideriamoli lacrime di rabbia e di amore.Grazie Aldo.

chicchina ha detto...

Grazie Cristiana,qualcosa si intuisce e tu hai trovato una buona strada per capirli meglio.Ti auguro un anno sereno,come tu lo desideri.

chicchina ha detto...

Non c'è retorica,Nella,in questo poi caso in particolare.Ti abbraccio

Giò ha detto...

Se posso permettermi di aggiungere un ricordo di Peppino a quello tuo splendido (che meravigliosa e forte donna Felicia)... giacché sono seriamente convinto che in tempi di terrore e di mercanti forse non era così idiota quell'idiota che pensava che la bellezza salverà il mondo. :-)
"Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore (Peppino Impastato)".

chicchina ha detto...

Grazie Già,il tuo commento arricchisce il post:come non condividere l'idea che possa essere la ricerca della bellezza la strada possibile per superare l'accettazione passiva di ogni abuso,di ogni bruttura.
Peppino aveva certo sotto gli occhi il Sacco di Palermo,e non solo..
Mi permetto di inserire il tuo commento,a completamento del post.

Costantino ha detto...

Un martire della battaglia di legalità e di libertà.Da non dimenticare mai.

stefania ha detto...

ecco la mia email libraia71@gmail.com ;)

UIFPW08 ha detto...

Peppino un eroe. Grazie per la visita un abbraccio
Maurizio

Elio ha detto...

Anche se sono veneziano non ho avuto bisogno di traduzione per sentire la forza di questi versi ricordanti il figlio ucciso dalla mafia. Purtroppo, dopo molti anni, non si è ancora riusciti a sconfiggerla anche perché, oggi, ha cambiato volto. Si è messa a livello mondiale e non solo nei traffici esclusivamente locali.
Un caro saluto e buon fine settimana.

chicchina ha detto...

Grazie anche a te Maurizio.Su Peppino condivido.Ciao

chicchina ha detto...

Hai ragione,l'amore e il dolore hanno un linguaggio universale,comunque riconoscibile,nasce da dentro,un urlo,un tremito,che si fanno segno,parola.Condivido le tue considerazioni,sono anche le mie.Grazie Elio.

riccardo ha detto...

Dice benissimo Elio: oggi la mafia ha cambiato volto; per questo, aggiungo io, è ancora più impalpabile e feroce.
Perchè falsamente rispettabile e "legale."
Poi la poesia si può capire: deve essere straziante il dolore di una madre o anche di un padre che vede morire un figlio, una figlia...
Oltretutto assassinato/a barbaramente!
Ma rileggiamo gli scritti di Peppino: perchè la mafia, come diceva Fava padre, ormai siede nelle banche ed in parlamento...
E negli scritti di chi ha saputo vederla quando tanti dicevano che non c'era, c'è anche la medicina per sconfiggerla: una medicina fatta di giustizia, uguaglianza, cultura e coraggio.
Un abbraccio!

Pierpaolo ha detto...

Mi limito a condividere il tuo post per rendere vivo il ricordo di Peppino anche in altre piattaforme virtuali.. Grazie

chicchina ha detto...

Riccardo,arrivo solo ora al tuo commento e mi scuso.
Saper leggere la storia anche nelle storie più vicine a noi per imparare,per prenderne esempio.Per qualcuno questo è un fardello pesante,per altri è modello di vita.Proporre,questo possiamo e dobbiamo fare.

chicchina ha detto...

Grazi per la condivisione,Pierpaolo.Condividere,proporre ricordare,le piccole cose che possiamo fare.Ciao.

@Robbardi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
@Robbardi ha detto...

La poesia sopracitata è stata scritta e dedicata alla mamma di Peppino, da Umberto Santino nel 1979. Questa splendida poesia è intitolata "La matri di Pippinu". Senza nulla togliere alla grande mitica Felicia che ho avuto l'onore di conoscere! Per la precisione! Dare a Cesare quel che è di Cesare! Cordiali saluti!

chicchina ha detto...

La ringrazio per il commento e la precisazione:l'ho sempre trovata così,come scritta dalla madre.Me ne scuso con l'autore e so di aver ripetuto lo stesso errore anche ieri,su altro sito.Colpa della mia ignoranza o pocoa precisione.Vedo se posso rettificare,per ieri.Ancora un grazie!