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giovedì 28 dicembre 2017

LA TERRA TREMA.prima parte.

Si stanno spegnendo gli ultimi fuochi dei ceppi di Natale,accesi nelle piazze di molti paesi,almeno qui in Sicilia.






Si smaltiscono pranzi e cene.Anche i regali sono stati già scartati,accettati criticati odiati riciclati,e ci si avvicina alla nuova sarabanda di fine anno,un po di freddo,tanta neve,anche se non dapertutto,e vento,da nord a sud.




Ma chissà come era stato il Natale di 109 anni fa a Messina,Reggio Calabria,Villa San Giovanni e altri paesini dell'area dello stretto?
Sarebbero passati pochissimi giorni,dal Natale, e l'Italia tutta non sarebbe stata più la stessa!
MESSINA  28 DICEMBRE 1908- I TRENTA SECONDI CHE HANNO CAMBIATO L'ITALIA.
NON GLI ITALIANI
E' il titolo di un testo molto interessante sull'argomento,autore Giorgio Boatti-gennaio  2005.
lo avevo letto,superficialmente,alla sua pubblicazione.Avevo guardato con maggiore interesse le fotografie che da sole potrebbero già dare il senso della tragedia,dell'annientamento.

L'ho ripreso,nell'avvicinarsi dell'anniversario,e so già che dovrò dedicare molti giorni e molta maggiore attenzione,nella rilettura,perchè è davvero una inesauribile miniera di notizie,notizie prima ancora che cronache.
Una ricchissima appendice documentaria completa il testo.
E poi,volevo meglio capire la seconda parte del titolo,anche se è intuibile.
Il perchè anche una immane tragedia come quella del terremoto del 1908,
NON ( sia riuscita a cambiare )GLI ITALIANI .
Su quei terribili trenta secondi sono raccolte le testimonianze di sopravvissuti molto noti come lo storico Gaetano Salvemini che insegnava in quegli anni all'niversità di Messina.Vede morire tutti i suoi familiari inghiottiti dalla voragine che li fa precipitare dal quarto piano.Cade anche lui,gli manca il pavimento sotto i piedi,ma sopravvive perchè cade su macerie che  ormai hanno un'altezza tale da attutire il colpo.
Altra testimonianza quella del giovane  Dino Provenzal,in quel periodo insegnante a Messina.Anche lui perde  la moglie e la figlioletta.Colpito,in seguito,dalle leggi razziali,gli sarà impedito di insegnare.Ai miei te ho studiato la Divina Commedia commentata da lui.
Il giornalista Luigi Barzini  invia i suoi servizi per giorni,non nascondendo il senso di vuoto e di inadeguatezza del momento nonostante tanti atti eroici.
C'è l'inviato speciale dellla Stampa,Giuseppe Antonio Borgese,altri di tutte le testate più importanti.Una ricchezza di notizie,cronache avvenimenti piccoli e grandi,testimonianze.
Ci sono i racconti del comandante del traghetto Calabria,rimasto miracolosamente a galleggiare al largo,sensa nessun riferimento possibile,nel buio più totale delle due sponde dello stretto e che poi racconterà.
Testimonianze di gente comune,che durante la notte lavorava.Di medici,di gente comune che si ritrova in mezzo al disastro e trova il coraggio e la forza della disperazione per dare un aiuto.
Bilancio calcolato dei morti:120.000,fra Messina Reggio Calabria e paesi limitrofi.
Morti per il terremoto prima e il maremoto subito dopo.
La città di messina distrutta quasi totalmente,lo stesso vale per Reggio Calabria.
Alcune immagini  di testimonianza storica dell'evento.
Prese ovviamente dal Web

domenica 24 dicembre 2017

SENZA,CHE NATALE SAREBBE?


"Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l'anno carlo Dickens" 


Ho appeso la ghirlanda sulla porta,il benvenuto per chi entra, anche Babbo Natale è bene accolto.


Ho sistemato un centro tavola con le paline colorate,qualche perlina qua e là, un po discenografia.


Ho fatto anche un piccolo presepe,tanto piccolo che il bue e l'asinello sono usciti perché la Sacra Famiglia avesse un riparo.



Ho preparato i dolci natalizi della nostra tradizione calabrese,non me ne vogliano i miei amici siciliani...


Ho il caminetto acceso ed ho preparato la legna,di aranci e ulivo,per i prossimi giorni.



Ho in bella vista i miei vecchi vinili con le musiche natalizie.
Le stelle di Natale-un po di rosso fa più festa,sono un gradito omaggio di una cara amica..


Non ho fatto l'albero.Abbiamo bandito i rituali regali,e l'albero traizionalmente serve anche per quello,metterci sotto i regali..

E ora inizia l'attesa.
La mia prima notte di attesa si è conclusa questa mattina alle due,quando finalmente dopo una estenuante giornata di viaggio,anzi quasi di fermo per le code del traffico della vigilia di ritorni a casa,il figlio è arrivato.Siamo  una terra di migrazione,si parte sbattendo la porta e giurando di non tornarci più,ma poi le radici e gli affetti ci richiamano sempre.
Per la veglia tradizionale,questa sera viviamo la serenità di ritrovarci insieme,con i miei ragazzi,cosa che capita raramente durante l'anno. Niente di particolare,cena,stuzzichini,tante chiacchiere,tanto raccontarci,tanti ricordi e sempre un posto vuoto...perché certe assenze diventano ancora più presenti in queste occasioni.
Per tutti un buon Natale,nel calore delle famiglie,nel ricordo degli assenti,nella gioia dell'arrivo di un Bambino che porti la pace nei cuori degli uomini tutti.

venerdì 15 dicembre 2017

UN NATALE DI SPERANZE E DESIDERI.


Grazie Sciarada per avermi dato la possibilità di esserci anche quest'anno,con la mia finestra n°15 passo il testimone a  Me&Loro, melorenza.blogspot.com per continuare questa bella tradizione del calendario dell'avvento.

La mia  lettera a Gesù Bambino,per esprimere qualche desiderio e confidargli qualche speranza,
è scritta con versi semplici, ingenui forse,come si conviene a chi  come me guarda ancora al Natale con la nostalgia e lo stupore di un altro tempo.

Per Natale desidero un albero,
Un albero grande che copra la terra
La terra bruciata da sole e da guerra
La terra violata da abusi e cemento
Da tanti veleni,da tanti abbandoni.


Albero dei Cento cavalli-Zona Etnea-Catania


Un albero grande che doni i suoi frutti
E l'ombra nel sole e riparo per tutti.
Un albero pieno di luci e di stelle
Di sogni,sorprese,stupore e di doni.

dal web)

Ad ogni ramo ci appendo i pensieri
Candidi e lievi come fiocchi di neve.
Li lego con fili di mille colori
Creando una rete di affetti e di amore.
















dal web

In questa rete ci siete tutti:
Le vostre storie,le vostre presenze,
Amici di anni,amici recenti,
di un solo sorriso,di tanti commenti.




Buon cammino di Avvento e
Buon Natale.

sabato 14 ottobre 2017

I COLORI DELL'AUTUNNO E LA SCUOLA DI IERI E DI OGGI


Ottobre,tempo di caldarroste,di funghi,




di rossi purpurei e gialli sfumati.

Tempo di  vendemmie , di mosto frizzante,di viti che vestono
foglie di merletti,ora che i loro grappoli vanno altrove. 

Tempo di frutti succosi che danno colore e sapore alle nostre tavole quasi a voler conservare il sole dell'estate


Tempo di pensare all'olio che conquisterà i nostri palati dando sapore alla vita.Le piante cariche di perle nere e oro aspettano carezze di  mani sapienti.
Altre perle,nere e profumate ci ricordano che l'alloro è pronto ,con i suoi piccoli fruttie le foglie che arricchiranno di sapore i nostri arrosti,le nostre grigliate. 


Tempo di  nuvole basse,che si fanno gioca delle nostre previsioni,e con la complicità del vento volano alte,felici aquiloni in cerca del sole negli spazi siderali.



Tempo di coccole e  cioccolato caldo,di morbidi plaids e qualche carezza..
tempo di scuola,almeno nei ricordi di noi dell'altro secolo.
Altro secolo,il 900,quando la scuola iniziava in ottobre,finiva a giugno e per accedere alle scuole medie serviva un'esame di ammissione.
Nonostante io abitassi in un piccolissimo borgo di un piccolo paese,all'estremo sud di quell'Italia che si era appena liberata dalla dittatura e dalla guerra,ma non ancora dalla miseria e dalle brucianti ferite che la guerra si porta dietro,quell'anno,1946,la scuola iniziò puntuale.
Una  piccola stanza messa a disposizione dal barone di turno in un suo palazzotto,dove arrivava spesso per controllare i lavori dei suoi coloni,le varie raccolte e la lavorazione del bergamotto,molto redditizio a quei tempi.


Una pluiclasse con maestri,sepre uomini,immagino per le difficoltà che si incontravano per raggiungere quella sede disagiata.
Corredo scolastico così,come era possibile.
Banchi non proprio comodi
Le cartelle di cartone erano un lusso,più comuni le cartelle di tessuto,opera delle ingegnose mani di madri e nonne
Quadernetti di pochi fogli,e dopo qualche anno anche quelli con copertina  nera e bordi rossi


Per raggiungre la scuola facevo un lungo  tratto di strada a piedi costeggiando il torrente,spesso in secca.Ma con le piogge invernali,spesso si gonfiava di acqua grigia e fangosa, e allora bisognava cercare percorsi alternativi,più lunghi e difficoltosi.



Non ho ricordi precisi dei libri,ricordo bene invece quaderni,matite sempre ridotte a mozziconi a furia di temperarle,e le penne a cannuccia,col pennino quasi sempre spuntato.
I libri, poi, credo mi servissero poco.
La natura era un libro aperto e la mia curiosità famelica sfogliava pagine memorabili di scienze,botanica,zoologia.Non conoscevo bene l'alfabeto,ma potevo raccontare e spiegare ,ad esempio,tutto il ciclo vitale delle rane,dalle uova,ai girini,a quei curiosi animaletti che saltellavano,veloci,fuori dagli  stagni per iniziare una vita autonoma.Quelle che sopravvivevano.
Vedevo nascere e crescere piante che regalavano fiori, profumo e bellezza,prima di completare la loro esistenza lasciandosi bruciare dal sole,assieme ai loro semi,ora pronti  a rinascere.








Ottobre,la scuola,la refezione a base di pastasciuta al sugo o pasta e  fagioli,rigorosamente in scatola,e pane e formaggio,giallo,olandese,che sapeva di zucca,o raro premio,pane e marmellata- rettangolini di cotognata,una porzione ciascuno..
Non è nostalgia,non posso dire che tutto era bello.Ma era quello che potevamo avere e ce lo facevamo anche piacere.
Sono passati esattamente trent'anni ed anche per i miei cuccioli inizia l'avventura scolastica.La novità dell'evento e la nuova cartella,regalo della nonna,rende tanto felice lo scolaro da accontentare anche il fratellino,omaggiandolo dell'astuccio.















Settembre 1977
Altri anni,altri cambiamenti,altre comodità ma anche altri problemi..
E la vita continua,con l'alternarsi delle stagioni,dei colori,dei profumi dei dolori e delle gioie.
foto mie

lunedì 14 agosto 2017

QUELLA STRANA ESTATE

14 AGOSTO 1940

Qualche mese prima
dei buffi copricapo
su delle teste vuote
avevano deciso
di dichiarare guerra.
Ma in quell'angolo di mondo
le notizie arrivavano lente
fra i campi di grano da mietere
e la fatica del vivere.















dal web

Sembravano quasi uno scherzo:
a diffonderle,infatti
dei gerarchetti da ridere
teste leggere e pance piene di vento,
sostenuti da rigidi stivali.
Fu tragedia, ma dopo..
Dopo forse racconterò.
























dal web

Qualche giorno prima
in cielo fu grande festa
di stelle in movimento
e in terra fu stupore
come per la cometa
di ancestrali ricordi.


















Ma in quell'angolo di mondo
tutto è sempre in ritardo
e una piccola stella
forse perse la strada,
si avvicinò alle case
ed ascoltò,stupita
un'esile vagito:
in quel piccolo mondo
c'era una nuova vita.

venerdì 28 luglio 2017

UN ANNO DOPO..


Caro Signor Mario,anzi,Maestro Mario. E' fra i titoli che preferisco...
Avevo acquistato,e letto,il tuo libro. Letto con piena partecipazione ed interesse. Ci eravamo conosciuti,alla presentazione,ed anche la musica che ha accompagnato la semplice cerimonia ha contribuito a rendere tutto più magico. La chitarra sa sempre creare atmosfere speciali.
Oggi ho ripreso il libro: é piccolo di formato ed i racconti per la loro brevità. non impegnano-intendo in tempo,non certo per i contenuti.
Ora,ho esattamente l'età della signora Marta,anzi,della professoressa Marta,protagonista di uno dei tuoi racconti.
E più che dagli spifferi del gelido vento novembrino,viviamo in una zona molto calda e non sono mai stata una fumatrice,mi devo proteggere dagli scricchiolii delle molte crepe,a livello di cuore:ma è davvero qui che hanno sede i sentimenti?
Ho tentato di rileggere,quasi con leggerezza,ma ogni racconto alimentava nuove emozioni e proprio per quelle tante crepe,ho dovuto smettere:continuavo a piangere,come una sciocca fans di tante telenovelle.

Racconti brevi,i tuoi,direi fotografie chiare e partecipate, di gente comune,persone che si incontrano al bar,su una panchina, all'ombra di qualche polveroso albero,nei corridoi di un ospedale...
Ricordi,altrettanto brevi e fugaci,suscitati da una porta che si chiude,una finestra poco illuminata,un profumo di casa,un suono.
Trasformare tutto questo  in parole,nero su bianco e 
creare le pagine di un libro,non deve essere stato facile,
c'erano di mezzo sentimenti ed emozioni,e volerli condividerli 
con i propri lettori è stato un atto di generosità,un regalo fatto alle persone,protagoniste ed ispiratrici dei racconti.
Che brutti scherzi fanno i ricordi!Rileggendo,riaprivo tante caselle dove ero sicura di aver ben custodito immagini di persone,non personaggi,con un loro volto,un loro odore,un loro modo di parlare. Da ognuno di essi ho imparato qualcosa,ho preso e qualche volta dato,in uno scambio umano e paritario,senza pregiudizi,spesso con il disincanto e la ingenuità propri della età giovane.
Spero di leggere ancora altro,racconti o romanzi,non importa:saper scrivere è un dono,saper comunicare emozioni un privilegio.

mercoledì 19 luglio 2017

IN VOLO SU UN GABBIANO



Volo di gabbiani,cielo che più azzurro non si può,mare che spruzza merletti di schiuma contendendo al cielo i suoi colori e quel titolo ,quasi un invito:quanto di meglio per una lettura rilassante e vacanziera,ma che mi ha regalato tanti spunti di riflessione.

I gabbiani hanno sempre acceso la fantasia degli uomini,lettori e scrittori.Penso al gabbiano Jonathan Livingston di R:Bach,al Gabbiano di Cecov,alla Storia della gabianella e del gatto..di Sepùlveda pur nelle accezioni particolari di ogni autore.
Qui  sono parte integrante di un paesaggio mediterraneo,assolato ricco di contrasti, di bellezza,di colori.
E il romanzo spiega subito -come grandi ali-la sua trama-

Con il mio gabbiano in vacanza (foto mia)
Trama  che non rivelerò per lasciare il gusto della sorpresa a quanti ancora non lo hanno letto.
Già,la trama..Ogni romanzo che si rispetti ha la sua trama. Mi piace giocare con le parole,il loro significato,la loro origine. La trama mi fa pensare,ovvio,ad un intreccio di fili,colori,all'arte della tessitura, ai tessuti stessi.
Certi tessuti,certi romanzi,hanno una trama  piatta,monocolore,quasi anonima,anche quando l'ordito presuppone una volontà di contenuti e sfumature diverse.
Come tanti tessuti di uso comune e pratico,hanno la loro dignità,utilità,praticità,ma niente di più.

Non è certo il caso di Maria Pia Basso e della sua ultima creatura:
”IN VOLO SU UN GABBIANO”.


Qui la trama è davvero un interessante e profondo intreccio di eventi,di sentimenti,di emozioni.
Un voler scavare in questi sentimenti,cercare motivazioni, farsi domande,trovare risposte plausibili.
E l'eterno dualismo fra ragione e sentimento torna prepotentemente nelle pagine, dense spesso di divagazioni e preziose riflessioni di tipo didattico,avendo anche una scuola ed una scolaresca come sfondo-ordito.
Per alcuni passaggi ho voluto fare una rilettura più attenta, perché leggendo non ho provato tanto l'urgenza del “finale”subito,ad ogni costo,quanto il desiderio di vivere, da lettrice, i tempi e le implicazioni del fluido raccontare.
Le tante sfumature,i colori,i profumi di una terra generosa e ricca di contrasti,come la Sicilia, sembrano magicamente intrecciarsi ai fili della trama,dando ulteriormente spessore,profondità e ricchezza al tessuto finito.

Queste  mie note sul testo  non hanno alcuna pretesa di recensire,ma solo di condividere le mie personali impressioni e considerazioni.

MARIA PIA BASSO:IN VOLO SU UN GABBIANO-EDITORE "IL CONVIVIO"

mercoledì 26 aprile 2017

DI UOVA E DI AGNELLI..

Pasqua è già un ricordo,corre veloce il tempo...
Ed io non ho fatto neanche gli auguri:mi sono concessa dei giorni di totale libertà,senza il seguito di portatili,telefonini e smart (lo smart,ad essere sincera non ce l'ho e non vorrei comperarlo,mi fa quasi paura doverne imparare l'uso.)
Ho fatto piacevoli pranzi e cene in compagnia di amici e parenti,tante chiacchiere qualche sana risata,giocate a carte,passegiate sulla spiaggia,la sabbia già tiepida,la primavera presente con i suoi
colori ,tavolozze improvvisate e casuali su prati e giardini.











































Cercavo,nel segno della Pasqua,anche qualche tenero agnellino da fotografare,avevo visto belle foto,in quei giorni,ma niente,non ne ho trovati,neanche presso i pochi pastori della zona:
erano tutti a balia da tanti nonnini di buona volontà che per qualche giorno li hanno coccolati a latte caldo e biberon,poi non so che fine abbiano fatto...
Alle galline però non ci ha pensato nessuno,forse perchè non sono molto fotogeniche.
Anzi,sì,qualcuno ha pensato di metterle tutte vicine vicine,per farle socializzare.
Ma quelle hanno continuato a sfornare uova.












Per non deluderle,e ringraziare di tanta generosità,io ne ho approfittato,confesso,con nessun senzo di colpa.
Ho preparato delle buone ed appetitose frittate,con erbe raccolte nei campi e la ricotta,freschissima.
Le mamme pecore erano stare esonerate dall'allattamento dei piccoli ed il latte bisognava pure utilizzarlo.
















Ho preparato anche i dolci tradizionali della terra che mi ha ospitato.
Ecco la prova:



















Poi,per non esagerare con lo sfruttamento intenzivo delle galline e delle loro uova,mi sono concessa il lusso di creare da me uova alternative,per qualche addobbo pasquale.
Ho utilizzato quelle in polisterolo,e le ho rivestite di stoffe colorate,ma anche i gusci delle uova vere,ripuliti, colorati e dipinti.
Questo il mio alberello,avrei potuto fare meglio..

























Le uova,come la Pasqua,simboleggiano la rinascita,la vita nuova.
Auguro per tutti la serenità di nuovi giorni,nel perenne rinnovamento.

mercoledì 8 marzo 2017

DEDICATA ALL'ALTRA META' DEL CIELO,SPESSO SORDA






Non vogliamo mimose
né cuori di pezza o di oro
né rose scarlatte ,
solo nei giorni segnati
dal calendario
o dalle mode del tempo.
Siamo donne,
donne innamorate
donne madri
ogni giorno dell'anno,
nei giorni di sole e di pioggia
di trepidazioni e pazienza.
Vogliamo un po di attenzione
ogni giorno dell'anno,
vogliamo tenerezza
vogliamo un po di affetto
e se vi sembra molto,
almeno stima e rispetto.
Vogliamo il vostro coraggio,
non il vostro livore,
anche se discutiamo,
e non ci capiamo più:
perchè ci siamo scelti,
non ci avete comprate,
siamo uomini e donne
con gli stessi diritti
e pari dignità.

lunedì 13 febbraio 2017

QUEL PROFUMO DI ZAGARE..

Ho letto l'ultimo romanzo di Sara Rodolao,”Quel profumo di zagare”.

Mi ha incuriosito il titolo,so che scrive spesso dei problemi,dei profumi,delle emozioni che il Sud ,il suo ed anche il mio Sud,sa procurare,anche se ormai da tempo vive altrove.
Non mi ha delusa,neanche questa volta.Una storia,complicata,di famiglie,di affetti spesso traditi,di amori a volte impossibili,di presenze misteriose che accompagnano in silenzio e con discrezione alcuni personaggi.
C'è anche il lieto fine,dopo tanti colpi di scena.
Non mi soffermo sulla storia,interessante e resa a mio parere benissimo con la giusta dose di mistero,di sorprese,di dolore,di intrecci.
Lo svolgersi degli eventi  prende l'avvio da Michele,uomo forte e coraggioso che cerca il riscatto per se e la famiglia nell'emigrazione, per diventare la rappresentazione di intere generazioni,in fuga dalla povertà,non solo economica.
Si lavorava la terra, in patria ,si lavorava nell'edilizia,ma se si aveva famiglia bisognava partire,cercare lavoro altrove.
Un altrove che portava nuovi problemi,nuovi legami,e il tessuto familiare spesso ne usciva dilaniato anche se con un po di benessere in più.
Nei momenti difficili Michele ha la percezione di una presenza silenziosa,che lo guida.E' il ricordo della sua bambina,che ha potuto abbracciare solo per qualche ora alla nascita,e che è morta fra le sue braccia.
Ci sono presenze, sensazioni che accompagnano ognuno di noi,per la vita,ma quel ricordo particolare per Michele arrivava sempre come un'onda lieve dal dolce profumo di zagare nei momenti essenziali della vita.
Grazie Sara per avermi fatto riconoscere,in ognuno dei tuoi personaggi,le persone vere che ho incontrato, vivendo in quella terra ma anche lontano da essa.

Sara Rodolao,nata in Calabria,trasferitasi bambina in liguria ,vive ad Imperia.
Ha al suo attivo numerose pubblicazioni di romanzi e poesie ed ha partecipato a numerosi concorsi di poesia e narrativa,ottenendo importanti riconoscimenti.








Solo alcune delle sue pubblicazioni,ed ha già delle nuove sorprese  da farci gustare,









Per me è una carissima amica che stimo e che mi arricchisce ogni volta che leggo i suoi testi.
Delicatissime e profonde le sue poesie.

domenica 1 gennaio 2017

E SI RICOMINCIA..


Un nuovo anno,un nuovo giorno..però a pensarci è solo la successione di giorni,uno dopo l'altro,come i grani del rosario,così dal tempo dei tempi.Abbiamo creato gabbie di tempo steccati di ricorrenze per poter meglio definire,contare,calcolare,tutto a nostra umana misura.
Calendari,agende,agendine ,supporti cartacei di un tempo oggi sostituiti da moderni mezzi ,più sofisticati,il tutto per dire:da oggi vita nuova.


Propositi e programmi su un foglio bianco,che resteranno tali,nella stragrande maggioranza dei casi.
Fogli feriti da calligrafie più o meno perfette,da tabelle,da paragrafi.
Altri fogli seguiranno,segnati anch'essi da scritte,numeri indirizzi,cose da fare,molte-Cose fatte-poche.
Sarà così per qualche settimana.Poi i fogli manterranno il loro candore originario,qualche nota qua e la,poi niente.
Fino alla prossima nuova agenda,al prossimo calendario che spesso non giro neanche.I mesi si somigliano tutti,ormai,non scanditi da orari di lavoro,ma solo dal caldo,dalla pioggia dal freddo,dal colore rosso delle foglie in autunno e dai profumi intensi della primavera.
Non ha senso che mi programmi,non hanno senso le agende e i calendari:solo oggetti,più o meno gradevoli,più o meno ingombranti.
Ingombranti come le tante cose,i tanti oggetti ,votati all'inutilità e che occupano spazi vitali.
Forse era questo il significato di eliminare ,con l'ultimo dell'anno,oggetti vecchi e inservibili?
Penso che mi dedicherò a questa sana attività,per i prossimi mesi.
Voglio più spazio,negli armadi,nei cassetti,negli scaffali e ovunque si annidino ,dimenticate, cose inutili,superflue.
Voglio anche più tempo.
Tempo da dedicare a me stessa,tempo per incontrare persone nuove,per stringere mani.
Tempo per camminare sulla sabbia ,per sentire l'erba che cresce,il suo profumo.
Tempo per leggere poesie,libri scritti da amici ,ascoltare la musica.
Probabilmente terrò ancora un'agenda,ed ho già un simpatico calendario,dove trovo tracce dei figli.
Non posso non appenderlo e sfogliarlo...


E voi,avete iniziato a segnare le pagine bianche delle nuove agende con i vostri programmi , progetti,propositi?
Buoni giorni a tutti.