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venerdì 24 dicembre 2021

IL NATALE DELLA MIA INFANZIA,FRA RICORDI E NOSTALGIA

 Il pranzo di Natale iniziava già la vigilia.Mia madre si premurava di preparare il cavolfiore bianco: pulirlo,scottarlo appena per averlo pronto il pomeriggio.Preparava anche lo stoccafisso.

Già bene ammollato,andava lavato tagliato e asciugato.Sarebe passata alla seconda fase in seguito.Anche mio padre si dava stranamente un gran da fare:lui in cucina ci stava poco,quasi niente ma per la vigilia immancabilmente doveva preparare la zuppa di ceci:era un intermezzo,a pranzo,per attutire l'appetito senza eccedere perchè il pranzo vero poi si sarebbe consumato la sera.

Cuoceva i ceci,già messi a bagno,ed intanto abbrustoliva delle belle fette di pane casereccio.Per l'ora di pranzo tutto era pronto:le fette di pane,condite,nei piatti ,dove aggiungeva i ceci ben cotti,prezzemolo tritato e un p' di pepe nero.Ancora olio evo e tutti ad assaporare la succulenta zuppa!


L'avventura in cucina continuava,questa volta artefice era mamma:soffriggeva lo stoccafisso,appena infarinato e metteva da parte.intanto preparava un sughetto lungo con concentrato ed un po disalsa di pomodoro,erano le nostre riserve preparate in estate,qualche spicchio d'aglio,vi adagiava i pezzetti di merluzzo,portava a bollire pianissimo e per ultimo aggiungeva il cavolfiore .Pochi minuti ancora ed anche questo era pronto.Al momento di servire ,un'abbondante macinata di pepe nero .Con il sugo si condivano spaghetti o meglio le linguine.Pesce e cavolfiore erano uno dei contorni, assieme a fritture varie.A chiudere, frutta secca :noci,mandorle nocciole e fichi . Qualche volta anche dei datteri.

Poi arrivava il giorno fatidico,la festa delle feste e qui tante riflessioni e ricordi,spesso tanto trambusto e confusione.Mamma preparava il solito ragù,con carne di maiale,eravamo nel periodo giusto,a parte preparava polpette ,al sugo ed anche fritte ,di carne e di ricotta,che noi bambini facevamo fuori già prima di metterci a tavola..


Col ragù condiva il timballo di maccheroni e il profumo si spandeva per casa ed anche nel vicinato.Ma,c'era sempre un ma..spesso dalla nonna arrivava lo zio,il figlio maggiore,con la famiglia.Per noi era festa grande perchè ci si ritrovava insieme con i cuginetti.Con gli adulti nasceva qualche problema,la nonna ci voleva tutti a casa sua,anche se all'ultimo momento e a mamma dava un po' fastidio perchè era già tutto pronto e non le andavano le soluzioni improvvisate.Alla fine però prendavamo tutto e ci trasferivamo ,con le vettovaglie,dai nonni .Qualche muso lungo,ma poi tutto si appianava,al primo brindisi e alla prima risata,con i complimenti alle cuoche ,tutte brave e i dovuti ringraziamenti di rito al buon Dio che aveva concesso buoni raccolti,salute e tanta abbondanza.E c'era davvero di tutto,frutta secca ma anche uva,pere, melograni,fichidindia ,frutta conservata con cura proprio per l'occasione,perchè ora abbiamo tutto in ogni stagione,ma allora era altra cosa...A metà pranzo,inutile dirlo,noi bambini eravamo già impegnati a dividerci qualche dolce, e le nocciole,con le quali giocavamo.Le volte che restavamo a casa,c'era il problema delle letterine a Babbo Natale,che andavano messe sotto il piatto di papà.Erano quattro ,facevano spessore, noi eravamo maldestri e spesso c'era qualche rimprovero,alla fine mancava la sorpresa,ma i genitori sapevano mascherare bene..E  qualche regalino ci scappava sempre.Quando eravamo dalla nonna,nessuno più si ricordava delle letterine e babbo natale poteva stare tranquillo,ma prima di sera trovavamo il modo di farle arrivare a destinazione.

Erano tempi di ristrettezze,ma per natale,se c'erano bambini,non doveva mancare niente,e noi eravamo in cinque!

Ricordando le peripezie legate a queste letterine,quando è stata la volta dei miei bambini ,assieme ci siamo inventata la casetta di Babbo Natale:una scatola dipinta e agghindata dove imbucare le letterine e i biglietti che accompagnavano i vari regali e così tutto era più semplice.A Natale veniva aperta ,appena prima dei regali.Qualche immancabile delusione,ma poi passava..

Sereno Natale .

lunedì 20 dicembre 2021

LA VENTESIMA FINESTRA DI AVVENTO


 Apro la ventesima finestra del Calendario dell'Avvento  del Focolare dell'Anima ringraziando Sciarada- animamundi-sciarada.blogspot.com , che da ben otti anni, conduce  questa speciale avventura,assieme a tante amiche/amici di blog. 

In questi ultimi due anni abbiamo dovuto affrontare problemi enormi,diversi per ognuno di noi ma che in comune hanno avuto la difficoltà di poter circolare ,viaggiare,incontrare amici e parenti in tutta tranqillità.

Forse ne stiamo uscendo,Forse..

Nell'attesa vorrei esprimere qualche desidero,sperare forse nell'impossibile,o nel miracolo.Almeno ci tento:A Natale si può anche reinventare  la Storia.

Vorrei chiedere ad Erode di ritirare la sua ordinanza sui bambini :hanno già tanti problemi e tanto bisogno di stare tranquilli,loro ed i loro genitori.Se proprio vuole pensare a questi “Innocenti”,sguinzagli i suoi soldati in lungo e in largo e faccia trovare ad ognuno di loro e alle loro famiglie,un segno tangibile della grandezza di un re della Giudea.


                                                La strage degli innocenti-Rubens

Vorrei chiedere ai Magi,di non fare la spia, cedendo alle lusinghe blandite da Erode .I Magi sono dei sapienti,dei saggi,conoscono l'animo umano,e sanno..                                                 Chiederei loro,inoltre di sostituire i doni ,anche se sono doni importanti e degni di un Re,con cose più utili.A tanti bambi serve un riparo sicuro,un letto caldo,servono latte,ed limenti primari e nutrienti,servono scarpe,perchè non si po' camminare scalzi sulla neve,e e i boschi ,belli,come il mare,devono essere luoghi di gioia e di giochi.  

                                                                             

                                          L'adorazione dei Magi-Perugino  

    Vorrei  umilmente chiedere a Giuseppe di prendere fra le braccia il piccolo Bambino,stringerlo forte ,dargli un po del suo calore di Papà affettuoso,vincendo lo stupore e la timidezza di fronte al grande miracolo cui ha assistito.Gesù è venuto fra di noi,piccolo e indifeso,uomo fra gli uomini,pur nella sua divina Essenza,per smuovere la nostra pietà,ammorbidire i nostri cuori,risvegliare sentimenti di amore e tenerezza.  


                                               Natività- Filippo Lippi


Vorrei chiedere tante altre cose,ma meglio non esagerare,neanche con i desideri..

La ventunesima finestra sarà aperta da:Sciarada: animamundi-sciarada.blogspot.com


Auguro un Natale sereno e giornate di gioia per tutti.




giovedì 11 novembre 2021

SAN MARTINO:DEDICATO AD UN'AMICA SPECIALE

 Oggi ,11 novembe,San Martino:

faccio gli auguri di compleanno alla cara amica Cristina Pipoli e vi racconto una sua bella storia d'amore,perchè Amore è...

San marino è una giornata speciale molto legata al mondo contadino ed ai cicli della terra e della natura.L'amica Cristina Pipoli nasce proprio l'11 novembre.Nasce in provincia di Torino ma a 18 anni si trasferisce nel Salento,una terra bella,ricca di tradizioni,dove questa giornata viene considerata come un Capodanno agrario.Di questa terra se ne innamora e vuole farsene portavoce: dedica amore conoscenze, energie alla sua bellezza,ai suoi colori,saperi e sapori.Sulla sua pagina-.Cristina Pipoli Diario di bordo salentino esprime ed espone al meglio le sue continue ricerche di novità e particolarità di questo angolo di paradiso,dall'arte alla cultura,alle tradizioni, all'enogastronomia. Il suo cv è vasto.nasce come educatrice attraverso gli studi di pedagogia,ma poi si sposta verso la scrittura ed il giornalismo..Collabora con varie testate giornalistiche,le piace quello che fa e d è impegnata anche nel settore Benessere.Attualmente collabora con la direttrice di Artedo di Bari,Tea Baldini Anastasio ed ha csì modo di approfondire ed apprezzare l'arte del Benessere.
Oggi in molte regioni,particolarmente al sud ,la giornata di San Martino si festeggia con i prodotti della terra ,frutto anche del lavoro contadino.Nel Salento è conosciuta come Capodanno agrario leccese. Le tavole imbandite con prodotti locali e di stagione prevedono trionfi di castagne noci melograni verdure anche spontanee e l' immancabile vino novello accompagnato dalle pittole.


Le pittole sono delle piccole crespelle fatte con farina acqua e lievito e fritte,hanno nomi diversi ma per San Martino diffuse ovunque.
La buona compagnia di amici e parenti,con la sua allegria ci riporta all'atmosfera magica delle giornate di festa che tutti conserviamo nella memoria.un momento di convivialità nel ricordo e nel rispetto delle tradizioni di un altro tempo...
Il suo album fotografico è ulteriormente arricchito quest'anno con tutti i frutti tipici dell'autunno salentino che Cristina definisce come una seconda primavera perchè la terra continua a dare anche in questa stagione fiori e frutti.Auguriamo a Cristina ed al suo Salento un buon Capodanno Agrario,e ,come dice lei,"non dimentichiamoci che la nostra è una cultura contadinaed i nostri antenati vivevano in simbiosi con l'ambienteLa natura va rispettata e non inquinata,altrimenti che futuro regaliamo ai giovani?".
Cin cin a tutti,con l'allegria del buon vino novello che ogni regione può vantare.
Una carrellata di belle foto che prelevo dal suo album.


   





giovedì 12 agosto 2021

LE NONNE CALABRESI

Sono una calabrese emigrante di ritorno in Sicilia.La Calabria ,come la Sicilia,è terra di emigrazione,da sempre.A partire sono figli,nipoti.A restare spesso anziani gentiori e i nonni.

Restano ed aspettano.

Nonna Anna ha atteso 20 anni prima di rivedere il figlio partito per il Canadà,il giorno dopo le nozze.La moglie lo vrebbe raggiunto solo dopo sei mesi,secondo le leggi di allora.Il nonno non lo ha più rivisto.

Ora ci sono telefoni,aerei,treni veloci,automobili.E' più facile comunicare,ma anche tornare.

E ad ogni ritorno,il rito si ripete,sempre lo stesso..Un abbraccio un bacio le prime notizie e poi,la nonna calabrese non chiede :come stai? ma “mangiasti”? (hai mangiato?)

Le due cose coincidono,aver mangiato è stare bene,in tutti i sensi.Sarà il ricordo di un retaggio antico,ma per le nonne neanche tanto lontano nel tempo,quando si nasceva e si moriva ,spesso senza allontanarsi molto dalla casa,dalla capanna,dalla tana delle origini e procurarsi il cibo per la sopravvivenza diventava il problema e l'attività principale.Certo,non si viveva per  nutrirsi,ma il nutrimento era indispensabile per affrontare il resto.Si stava bene se si acquietava la fame.Fisicamente,ma anche socialmente,avere di che sfamarsi poneva su un gradino più elevato risperro agli altri.

Quando arrivavano dei parenti in casa ,non solo da noi,se ci vedevano  ben nutriti,al limite della obesità,si complementavano con i genitori:il bambino/la bambina sta proprio bene!Se un po' più asciutti,magri,scattavano subito le domande allarmate..Ma sto bambino mangia? sta bene?avete parlato col medico?

E mentre ,tornando al rito attuale,i convenevoli,le domande e le rispose proseguono,la nonna ha già steso tovaglia e tovaglioli,posizionato bicchiei posate acqua vino bibite varie,sta disponendo nell'ordine sottaceti,formaggi salumi pane verdure,olive “di giarra” tutto ovviamente se non dell'orto prprio ma almeno locale e casereccio.


Porge l'asciugamano ed invita a sciacquasi la faccia,..”che sto buttando la pasta”.Si prova a dire che no,non ho fame,caso mai dopo.Già d'incanto si è seduti a spizzicare,e assaggio dopo asaggio,si ricominciano a ricordare sapori profumi, storie abitudini familiari,e non si sa se continure con una fetta di capocollo appena presa o affrontare gli spaghetti fumanti che sanno di basilico,pomodoro fresco, formaggio locale e con quel tocco particolare,quel misterioso ingrediente della cucina di ogni nonna.

Non importa a che ora finisce lo..spuntino,le chiacchiere e le domande continuano fino all'immancabile caffè.Ma quando,in quale preciso momento ha caricato la vecchia cara moca? Mistesri delle nonne!

E finalmente la frase magica: "vai a riposare che sarai stanca."

In effetti,la nonna,a questo punto,ha bisogno,lei,di raccogliere tutte le sue emozioni,assieme ai piatti da lavare,alla tavola da sparecchiare.Perchè ,subito dopo ,cercando di non fare rumore,di non disturbare,ricomincia con i preparativi per la cena,quella vera,non gli assagini improvvisati..

Spesso i nuovi arrivati sono svegliati nonostante  il bisogno di riposare, da nuovi intensi profumi che dalla cucina si spandono per casa..

E già si immagina,da piccoli indizi,la succulenta e profumata  parmigiana,perchè tutti facciamo la parmigiana, da nord a sud,in una ormai ovvia globalizzazione di usi costumi e sapori,ma la parmiggiana della nonna calabrese è altra cosa.Bisogna provarla per credere!



Ah,le nonne,queste magiche figure che hanno accompahganto i nostri anni,dall'età scolare al matrimonio ed oltre..

Se non ci fossero,bisognerebbe inventarle!!

domenica 20 giugno 2021

LA GIORNATA DEL RIFUGIATO

C'è una giornata per tutto.Questa di oggi mi convince più di tante altre che sanno di commerciale,anche perchè il numero dei richiedenti asilo e rifugio è in costante aumento ,di pari passo con i problemi e gli egoismi che sono alla base di questo esodo infinito,inarrestabile.

Guerre fratricide o di conquista,guerre pseudoreligiose,ma dove la religione è solo un mezzo,un metodo di prevaricazione,di riposizionamento nell'ordine mondiale o locale dei poteri.

Ci sono le carestie,la desertificazione i cambiamenti climatici ,lo sfruttamento di risorse con benefici per pochi e sacrifici su larga scala che portano alla fame e alla disperazione.

Quando negli anni 60 sono emigrata,da sola prima e poi,raggiunta dal resto dei familiari,ho trovato lavoro e dignità,anche se non avevo sofferto la fame,e avevo comunque un tetto.Mi è costato lo stradicamento,la necessità di affrontare cose nuove ed in parte sconosciute,ma mi sono liberata dalla necessità di chiedere sempre qualcosa a qualcuno.

Oggi partono da situazioni ben più tragiche della mia di allora e le differenze fra chi ha tutto e chi non ha neanche più lacrime o parole diventa sempre più abissale.

NON SO.
Non so cosa fai
Ma anche se il tempo mi manca
Cerco di risparmiare sempre un poco:
Se mai ci incontreremo
Voglio averne tanto, per conoscerti.
Non so dove stai andando
Ma vorrei girare il mondo,
Per poterti incontrare:
Forse mi cerchi anche tu.
Non so come vivi
Ma cerco di vivere con coscienza
Per lasciare anche a te
Un po’ del mio mondo.
Non so se sai leggere ,se ami la musica, se puoi curarti
Se una casa ti ripara dal freddo e dalla pioggia
Se puoi procurarti le cose che per me sono normali.
Non conosco il colore dei tuoi occhi ,dei capelli della pelle
Ma amo i colori, tutti i colori
Amo i colori che fanno più bella la vita
Amo chi li possiede e li regala
E forse non sa di regalare emozioni.
Amerò anche te ,e comunque tu sia,
Avremo da scambiarci una emozione in più.
Ma non voglio che le tue rinunce siano il frutto dei miei egoismi
La tua fame colpa della mia sazietà
La tua sete ricerca impossibile dell’acqua che io spreco.
A me basta pochissimo per vivere
Conserverò il resto per chi verrà a cercarlo.
Terrò per me un cuore grande
Terrò le braccia aperte
Terrò la mente libera
Imparerò a parlare coi gesti
quando non troverò le parole
E quando ti incontrerò
Non importa come
Non importa dove
Io ti riconoscerò e ti parlerò ,fratello.
Rina Larizza
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eri







lunedì 24 maggio 2021

SICILIA:TEATRI GRECI E ROMANI-E' UN POST DEL 2011-

    Questo post è del 2011.Nel fare una rettifica,è stato ripubblicato con data odierna.Ma credo sia ancora valido-a parte le date di programmazione.
 Stagione teatrale di Siracusa -organizzata dall'INDA-Istituto Nazionale Dramma Antico Iniziano domani, 11 maggio, le rappresentazioni classiche presso il teatro greco di Siracusa. La stagione si apre con “Andromaca” di Euripide,segue, il 12 maggio, “Filottete,di Sofocle. Si alterneranno fino al 19 giugno-Sarà poi la volta de”Le nuvole” di Aristofane,il 24,25 e 26 giugno. Uno spettacolo al teatro di Siracusa è un'emozione impagabile,è qualcosa di più. I teatri greci e romani sono situati tutti in posti magici,nella scelta c'entrava anche l'acustica:trattandosi di teatri all'aperto venivano posizionati in modo che la voce fosse raccolta e rimandata ,amplificata,agli spettatori. Conche naturali circondate da colline,con gradini generalmente scavati nella pietra. Alcuni dei teatri greci sono stati adattati ed utilizzati anche dai romani,in altri casi ci sono entrambi-vedi Catania e Siracusa- Di seguito le immagini di detti teatri esistenti in Sicilia. Visitarli tutti,nel tempo,è stata una bella impresa,ma ne è valsa la pena,garantito. TEATRO GRECO DI SIRACUSA

  TEATRO ROMANO DI SIRACUSA TEATRO GRECO-ROMANO DI TAORMINA-ME

  TEATRO GRECO DI CATANIA

 
TEATRO ROMANO DI CATANIA

TEATRO GRECO DI MORGANTINA-EN

  TEATRO GRECO DI-ERACLEA MINOA-AG

  TEATRO GRECO DI PALAZZOLO ACREIDE-SR

  TEATRO GRECO DI ELORO-SR

  TEATRO GRECO DI SOLUNTO -PA

  TEATRO GRECO DI SEGESTA-TP

  TEATRO GRECO DI TINDARI-ME

giovedì 20 maggio 2021

ERA QUESTO IL TUO MOMENTO,CARO MAESTRO,PER ENTRARE IN UNA NUOVA DIMENSIONE.

 Il mistero della vita

penetra nel mistero della morte,

e il giorno chiassoso

tace dinanzi al silenzio delle stelle.

(Rabindranath Tagore)
E così te ne sei andato,in un tiepido mattino di maggio,con le ginestre in fiore a contrastare il nero della lavica terra.
Ed è in silenzio la musica,tace la poesia,ed anche la Grande Madre Etna fa tacere il brontolio che da sempre ha cullato i sogni dei suoi figli migliori e nei suoi evanescenti fumi cilestrini lascia immaginare agili passi di sufi,fra meditazione e vertigine




Ti vedevo qualche volta passare a prendere il giornale,schivo,riservato,quasi timoroso,forse sceglievi quell'edicola un po' fuori mano,ma di passaggio ,fra il mare,il tuo, che ti ha visto crescere e la montagna,dove avevi trovato rifuggio sicuro,ai piedi dell'Etna,per le tue meditazioni creative,per le tue serate infinite con gli amici.
E da subito sono andata a cercare i testi delle tue cansoni.Mi pareva scontato ascoltarle,ma leggerle,ora,come pura,appagante poesia,è un'altra cosa.Prima c'era tempo,ora la mia memoria ha bisgno di salvare la bellezza,di leggere fra le tue parole la tua preghiera infinita all'Universo.




mercoledì 24 marzo 2021

LA MEMORIA DEI NONNI

 Ho finito di leggere,meglio,centellinare con la giusta lentezza il libro,a più mani e più voci, “La memoria dei nonni.”

Il progetto del libro,coordinato dalla scrittrice Marinella Fiume,nasce come omaggio ai tanti nonni che la pandemia ha purtroppo portato via,privandoci,oltre che della loro affettuosa presenza,anche di tanta memoria storica, tanta  esperienza tanto sapere,rendendoci tutti un po' più poveri.

Un racconto corale,a più mani..

Quando i nonni vengono a mancare,quando si chiudono le porte delle loro case,non è solo la loro storia personale che si consuma,si concludono per sempre stagioni importanti della vita,in partricolare per i nipoti.

Dentro quelle assenze,fra le pareti di quelle case vuote rimane parte della nostra infanzia e giovinezza,rimangono le piccole confidenze che i nostri anziani sapevano sollecitare ed accogliere,rimangono i profumi dei pranzi della domenica,dei biscotti col latte, delle merende amorevolmente preparate da mani sapienti .

Una vera emozione il susseguirsi delle storie :ogni autore con il proprio stile un proprio linguaggio, i propri ricordi,ma in comune il piacere di raccontare, di condividere l'emozione di momenti di vita, vissuta assieme a persone speciali,oggi in molti casi non più con noi.

Questo e tanto altro ho trovato fra le parole di tanti racconti.

E fra gli argomenti delle varie storie non possono certo mancare i racconti sulle emigrazioni e sulle guerre.

Fatti che hanno segnato il secolo che ci siamo lasciato alle spalle e che coincide con l'età di nonni e bisnonni.

Racconti e ricordi riportati con la delicatezza riservata a cose preziose,da maneggiare con cura ed attenzione quasi potessero svanire o travisarsi,con le parole nuove.Altri raccontati con linguaggi quasi inventati e personali,come a voler dare brio e leggerezza alla bellezza del ricordo.

Ci sono anche due miei racconti,e mi sono trovata quasi per caso a condividere tratti di vita con i tanti altri che hanno parteciparo a questa esperienza .

Un bel quadro di insieme,con ritratti in bianco e nero fra i quali,cercando bene chi legge può immaginare di vedere una persona cara e familiare,o proprio quei nonni che non ha avuto la fortuna di poter conoscere.

                      Ho condiviso la foto con i nomi degli autori e  le relative foto,in una

                                elaborazione di Raffaello Di Mauro,uno dei coautori. 
                     


mercoledì 27 gennaio 2021

NON VOGLIAMO,NON DOBBIAMO DIMENTICARE!

Sappiamo che non basta una "GIORNATA DEDICATA ALLA MEMORIA":serve solo per avere un punto di riferimento,un punto fermo,almeno.La memoria va alimentata giorno dopo giorno,con nuove notizie piccole e grandi da cercare diffondere condividere perchè la memoria singola diventi memoria collettiva.

Perchè gli anni corrono veloci e le testimonianze ,se non  suffragate dal racconto vivo, orale o scritto e capillarmente diffuse rischiano di andare perdute definitivamente.

Nei racconti mancano spesso riferimenti precisi ai bambini,forse perchè è più doloroso pensare al loro sacrificio alle loro sparizioni alla loro non vissuta esperienza di vita.Oggi riporto una poesia che molti conosceranno probabilmente ma che colpisce come un pugno nello stomaco ogni volta che la rileggo.




Joyce Lussu-1944

C’è un paio di scarpette rosse 

C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede
ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”

C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald.
Più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane a Buchenwald.
Servivano per fare coperte per i soldati.
Non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas.

C’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald.
Erano di un bimbo di tre anni, forse di tre anni e mezzo.
Chi sa di che colore erano gli occhi bruciati nei forni,
ma il suo pianto lo possiamo immaginare,
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare.
Scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei bambini morti
non crescono.

C’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald,
quasi nuove,
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole…




giovedì 7 gennaio 2021

8 GENNAIO 1921:NASCE LEONARDO SCIASCIA


                                                        Racalbuto-maggio 2015

Nasce a Racalmuto-Agrigento, l'8 gennaio 1921,da Pasquale Sciascia,un operaio zolfataro e Genoeffa Martarelli,casalinga. Primo di tre fratelli,frequenta in paese le scuole elementarti per trasferirsi poi con la famiglia a Caltanissetta,dove continua gli studi,con ottimi Maestri che incideranno sulla sua preparazione futura.Torna a Regalbuto,da maestro,e vi rimane ad insegnare fino al 1957.

Prima pubblicazione,1950:Le favole della dittatura,per proseguire poi con saggi romanzi e carteggi vari per tutta la vita.

Muore a Palermo nel novembre del 1989.

I contatti con altri scrittori suoi contemporanei,le discussioni,spesso le contestazioni e critiche hanno alimentato anni di vivacità critica e di fermenti culturali nell'isola e non solo.A leggere la sua ponderosa produzione,oltre ai suoi interventi sulla stampa non solo isolana,si desume che della Sicilia,oltre che della politica nazionale conoscesse davvero tutto,sapeva cercare fra le pieghe del non detto,interpretare silenzi e tradurre attegiamenti ed espressioni.Di Sciascia tutti o quasi conosciamo “Il giorno della civetta”forse anche per via della trasposizione in un ben riuscito film,ma c'è molto di più per conoscere profondamente lo scrittore,i suoi poliedrici interessi,la sua profonda e ben solida formazione culturale.

Ha avuto anche una parentesi come parlamentare dal 1979 al 1988. Racconta di questa esperienza Andrea Camilleri che traccia un ritratto a tinte vivaci della passione politica dell'amico scrittore attraverso le interrrogazioni e gli interventi parlamentari.(Un onorevole siciliano)

Un interessante ritratto di Sciascia,giovane intellettuale,irrequieto e insofferente dell'ambiente ristretto e provinciale dove vive,lo troviamo tratteggiato in Nanà,uno dei personaggi di Gaetano Savatteri ne “La congiura dei loquaci”

Ho letto parecchi dei romanzi di sciascia,troppo noti da rendere inutile e superfluo alcun mio commento.Mi sono spesso però soffermata su scritti minori-si fa perdie minori,perchè spesso mi hanno permesso di capire meglio da dove e come nascevano certi capolavori.Una ricerca continua,storica,spesso linguistica,di costume di relazioni,una fitta rete di dettagli fatti caratteri situazioni che sono poi alla base di tanti scritti.

Cronachette:sette brevi storie vere,con personaggi e fatti che nascondono tutti qualche mistero.

Fatti diversi di storia e letteratura civile:parla di luoghi e storie che portano alla nascita di importati romanzi,di fotografia,pittura ,tecniche varie,ma tutto con riferimenti alla letteratura.

Il teatro della memoria:qui parte dalla cronaca che riporta i fatti dello Smemorato di Collegno che ha tenuto le prime pagine dei giornali dal 1926 al 1930 quando si conluse definitivamente il processo.

Negli stessi anni Pirandello pubblicava “Come tu mi vuoi” che portava in scena con Greta Garbo.

Seguendo il doppio binario,la cronaca da una parte e il filo delle meditazioni pirandelliane sulla identità,con sottile finezza e una notevole dose di divertimento Sciascia trasforma un banale fatto di cronaca in uno scorcio storico della società del tempo dando ai fatti l'ampio respiro del romanzo.

   

                                     la mia piccola raccolta  di Sciascia