Il pranzo di Natale iniziava già la vigilia.Mia madre si premurava di preparare il cavolfiore bianco: pulirlo,scottarlo appena per averlo pronto il pomeriggio.Preparava anche lo stoccafisso.
Già bene ammollato,andava lavato tagliato e asciugato.Sarebe passata alla seconda fase in seguito.Anche mio padre si dava stranamente un gran da fare:lui in cucina ci stava poco,quasi niente ma per la vigilia immancabilmente doveva preparare la zuppa di ceci:era un intermezzo,a pranzo,per attutire l'appetito senza eccedere perchè il pranzo vero poi si sarebbe consumato la sera.
Cuoceva i ceci,già messi a bagno,ed intanto abbrustoliva delle belle fette di pane casereccio.Per l'ora di pranzo tutto era pronto:le fette di pane,condite,nei piatti ,dove aggiungeva i ceci ben cotti,prezzemolo tritato e un p' di pepe nero.Ancora olio evo e tutti ad assaporare la succulenta zuppa!
L'avventura in cucina continuava,questa volta artefice era mamma:soffriggeva lo stoccafisso,appena infarinato e metteva da parte.intanto preparava un sughetto lungo con concentrato ed un po disalsa di pomodoro,erano le nostre riserve preparate in estate,qualche spicchio d'aglio,vi adagiava i pezzetti di merluzzo,portava a bollire pianissimo e per ultimo aggiungeva il cavolfiore .Pochi minuti ancora ed anche questo era pronto.Al momento di servire ,un'abbondante macinata di pepe nero .Con il sugo si condivano spaghetti o meglio le linguine.Pesce e cavolfiore erano uno dei contorni, assieme a fritture varie.A chiudere, frutta secca :noci,mandorle nocciole e fichi . Qualche volta anche dei datteri.
Poi arrivava il giorno fatidico,la festa delle feste e qui tante riflessioni e ricordi,spesso tanto trambusto e confusione.Mamma preparava il solito ragù,con carne di maiale,eravamo nel periodo giusto,a parte preparava polpette ,al sugo ed anche fritte ,di carne e di ricotta,che noi bambini facevamo fuori già prima di metterci a tavola..
Col ragù condiva il timballo di maccheroni e il profumo si spandeva per casa ed anche nel vicinato.Ma,c'era sempre un ma..spesso dalla nonna arrivava lo zio,il figlio maggiore,con la famiglia.Per noi era festa grande perchè ci si ritrovava insieme con i cuginetti.Con gli adulti nasceva qualche problema,la nonna ci voleva tutti a casa sua,anche se all'ultimo momento e a mamma dava un po' fastidio perchè era già tutto pronto e non le andavano le soluzioni improvvisate.Alla fine però prendavamo tutto e ci trasferivamo ,con le vettovaglie,dai nonni .Qualche muso lungo,ma poi tutto si appianava,al primo brindisi e alla prima risata,con i complimenti alle cuoche ,tutte brave e i dovuti ringraziamenti di rito al buon Dio che aveva concesso buoni raccolti,salute e tanta abbondanza.E c'era davvero di tutto,frutta secca ma anche uva,pere, melograni,fichidindia ,frutta conservata con cura proprio per l'occasione,perchè ora abbiamo tutto in ogni stagione,ma allora era altra cosa...A metà pranzo,inutile dirlo,noi bambini eravamo già impegnati a dividerci qualche dolce, e le nocciole,con le quali giocavamo.Le volte che restavamo a casa,c'era il problema delle letterine a Babbo Natale,che andavano messe sotto il piatto di papà.Erano quattro ,facevano spessore, noi eravamo maldestri e spesso c'era qualche rimprovero,alla fine mancava la sorpresa,ma i genitori sapevano mascherare bene..E qualche regalino ci scappava sempre.Quando eravamo dalla nonna,nessuno più si ricordava delle letterine e babbo natale poteva stare tranquillo,ma prima di sera trovavamo il modo di farle arrivare a destinazione.
Erano tempi di ristrettezze,ma per natale,se c'erano bambini,non doveva mancare niente,e noi eravamo in cinque!
Ricordando le peripezie legate a queste letterine,quando è stata la volta dei miei bambini ,assieme ci siamo inventata la casetta di Babbo Natale:una scatola dipinta e agghindata dove imbucare le letterine e i biglietti che accompagnavano i vari regali e così tutto era più semplice.A Natale veniva aperta ,appena prima dei regali.Qualche immancabile delusione,ma poi passava..
Sereno Natale .