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sabato 28 luglio 2018

QUANTE VITE?QUANTE VOLTE?

Leggo:per passione,per vizio,per curiosità.
Leggo anche libri di nuovi autori,molti dei quali conosco,virtualmente o nella realtà.
Ed ho appena letto il libro di Filippa Coco..
Chi si accinge a scrivere lo fa per i motivi e nei modi più vari.
Ma scrivere di solito fa bene. Fa bene a noi stessi perchè ci aiuta a fissare pensieri e concetti, e spesso anche a chi ha la fortuna di leggere ciò che scriviamo.
Nel caso del libro citato,da quanto ho capito leggendo,l'autrice ha usato la scrittura come modo e mezzo per esorcizzare aspetti della propria vita che la tenevano prigioniera di se stessa.
Parte da un lutto grande,il più grande per una madre:la perdita di un figlio che non riesce neanche a vedere,nelle ore convulse che seguono il parto.
Sembra che la vita segua il suo corso,accanto e intorno a lei,ma per lei tutto si è fermato.
Ci vuole tempo e volontà per riprendere coscienza della necessità di esserci,di essere presente a sa stessa,di ricostruire la propria vita,e lei lo fa con coraggio e determinazione.
Ripercorre,passo passo,le tappe della propria esistenza,con i ricordi.
E li mette su carta questi ricordi. Persone,avvenimenti ,piccole cose quotidiane,eventi dolorosi.
Lo fa lasciandoli scorrere,come linfa vitale e rigeneratrice,così come la memoria li fa affiorare,senza nulla aggiungere o togliere. Ricordi freschi ,puliti, come acque cristalline ,che la portano a capire,da adulta, i tanti perchè ai quali non era facile rispondere allora. E si snodano,si rincorrono i ricordi di Filippina,la bimba che parla,chiede ,sprona la bambina di ieri,ora donna adulta e già così duramente messa alla prova,a continuare a ricostruire,su nuove basi,con nuovi mezzi,una vita nuova,
ANCORA UN'ALTRA VITA

Convivio Editore-
foto di copertina:Sebastiano D'Aquino

Percorso accidentato,tanta forza di volontà nell'aggrapparsi ad ogni possibile sostegno che possa indicare la strada per continuare:si approccia a nuovi studi,cerca nuovi interessi,si informa.
I figli che crescono,richiedono la sua presenza e pazienza. E forse in qualche caso si rivede,lei bambina ribelle, ma senza capricci,nelle cose e nell'affetto che i figli chiedono,ognuno con modi diversi.
Ed anche certi giudizi o incomprensioni che hanno segnato la sua vita da bambina e da ragazza poi,dopo questo percorso di maturazione e di crescita,hanno assunto altro significato,sono visti con occhi nuovi.
E' servito coraggio,per mettere a nudo la propria anima,guardarci dentro,partendo dalle radici,eliminando,trasformando riorganizzando pensieri,sentimenti emozioni.
Perchè per programmare il futuro,bisogna sempre fare i conti col passato.
Non si finisce mai di costruire il posto ideale dove mettere al riparo i nostri sogni e le nostre conquiste quotidiane,
è  un cammino lungo e spesso arduo.
Per questo ti auguro buon cammino,assieme alla Filippina di un tempo,la bambina dolce che è in te.