Post in evidenza

mercoledì 27 gennaio 2021

NON VOGLIAMO,NON DOBBIAMO DIMENTICARE!

Sappiamo che non basta una "GIORNATA DEDICATA ALLA MEMORIA":serve solo per avere un punto di riferimento,un punto fermo,almeno.La memoria va alimentata giorno dopo giorno,con nuove notizie piccole e grandi da cercare diffondere condividere perchè la memoria singola diventi memoria collettiva.

Perchè gli anni corrono veloci e le testimonianze ,se non  suffragate dal racconto vivo, orale o scritto e capillarmente diffuse rischiano di andare perdute definitivamente.

Nei racconti mancano spesso riferimenti precisi ai bambini,forse perchè è più doloroso pensare al loro sacrificio alle loro sparizioni alla loro non vissuta esperienza di vita.Oggi riporto una poesia che molti conosceranno probabilmente ma che colpisce come un pugno nello stomaco ogni volta che la rileggo.




Joyce Lussu-1944

C’è un paio di scarpette rosse 

C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede
ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”

C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald.
Più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane a Buchenwald.
Servivano per fare coperte per i soldati.
Non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas.

C’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald.
Erano di un bimbo di tre anni, forse di tre anni e mezzo.
Chi sa di che colore erano gli occhi bruciati nei forni,
ma il suo pianto lo possiamo immaginare,
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare.
Scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei bambini morti
non crescono.

C’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald,
quasi nuove,
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole…




giovedì 7 gennaio 2021

8 GENNAIO 1921:NASCE LEONARDO SCIASCIA


                                                        Racalbuto-maggio 2015

Nasce a Racalmuto-Agrigento, l'8 gennaio 1921,da Pasquale Sciascia,un operaio zolfataro e Genoeffa Martarelli,casalinga. Primo di tre fratelli,frequenta in paese le scuole elementarti per trasferirsi poi con la famiglia a Caltanissetta,dove continua gli studi,con ottimi Maestri che incideranno sulla sua preparazione futura.Torna a Regalbuto,da maestro,e vi rimane ad insegnare fino al 1957.

Prima pubblicazione,1950:Le favole della dittatura,per proseguire poi con saggi romanzi e carteggi vari per tutta la vita.

Muore a Palermo nel novembre del 1989.

I contatti con altri scrittori suoi contemporanei,le discussioni,spesso le contestazioni e critiche hanno alimentato anni di vivacità critica e di fermenti culturali nell'isola e non solo.A leggere la sua ponderosa produzione,oltre ai suoi interventi sulla stampa non solo isolana,si desume che della Sicilia,oltre che della politica nazionale conoscesse davvero tutto,sapeva cercare fra le pieghe del non detto,interpretare silenzi e tradurre attegiamenti ed espressioni.Di Sciascia tutti o quasi conosciamo “Il giorno della civetta”forse anche per via della trasposizione in un ben riuscito film,ma c'è molto di più per conoscere profondamente lo scrittore,i suoi poliedrici interessi,la sua profonda e ben solida formazione culturale.

Ha avuto anche una parentesi come parlamentare dal 1979 al 1988. Racconta di questa esperienza Andrea Camilleri che traccia un ritratto a tinte vivaci della passione politica dell'amico scrittore attraverso le interrrogazioni e gli interventi parlamentari.(Un onorevole siciliano)

Un interessante ritratto di Sciascia,giovane intellettuale,irrequieto e insofferente dell'ambiente ristretto e provinciale dove vive,lo troviamo tratteggiato in Nanà,uno dei personaggi di Gaetano Savatteri ne “La congiura dei loquaci”

Ho letto parecchi dei romanzi di sciascia,troppo noti da rendere inutile e superfluo alcun mio commento.Mi sono spesso però soffermata su scritti minori-si fa perdie minori,perchè spesso mi hanno permesso di capire meglio da dove e come nascevano certi capolavori.Una ricerca continua,storica,spesso linguistica,di costume di relazioni,una fitta rete di dettagli fatti caratteri situazioni che sono poi alla base di tanti scritti.

Cronachette:sette brevi storie vere,con personaggi e fatti che nascondono tutti qualche mistero.

Fatti diversi di storia e letteratura civile:parla di luoghi e storie che portano alla nascita di importati romanzi,di fotografia,pittura ,tecniche varie,ma tutto con riferimenti alla letteratura.

Il teatro della memoria:qui parte dalla cronaca che riporta i fatti dello Smemorato di Collegno che ha tenuto le prime pagine dei giornali dal 1926 al 1930 quando si conluse definitivamente il processo.

Negli stessi anni Pirandello pubblicava “Come tu mi vuoi” che portava in scena con Greta Garbo.

Seguendo il doppio binario,la cronaca da una parte e il filo delle meditazioni pirandelliane sulla identità,con sottile finezza e una notevole dose di divertimento Sciascia trasforma un banale fatto di cronaca in uno scorcio storico della società del tempo dando ai fatti l'ampio respiro del romanzo.

   

                                     la mia piccola raccolta  di Sciascia