Sappiamo che non basta una "GIORNATA DEDICATA ALLA MEMORIA":serve solo per avere un punto di riferimento,un punto fermo,almeno.La memoria va alimentata giorno dopo giorno,con nuove notizie piccole e grandi da cercare diffondere condividere perchè la memoria singola diventi memoria collettiva.
Perchè gli anni corrono veloci e le testimonianze ,se non suffragate dal racconto vivo, orale o scritto e capillarmente diffuse rischiano di andare perdute definitivamente.
Nei racconti mancano spesso riferimenti precisi ai bambini,forse perchè è più doloroso pensare al loro sacrificio alle loro sparizioni alla loro non vissuta esperienza di vita.Oggi riporto una poesia che molti conosceranno probabilmente ma che colpisce come un pugno nello stomaco ogni volta che la rileggo.
Joyce Lussu-1944
C’è un paio di scarpette rosse
C’è
un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi
nuove:
sulla suola interna si vede
ancora la marca di
fabbrica
“Schulze Monaco”
C’è
un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio
di scarpette
infantili
a Buchenwald.
Più in là c’è un mucchio di
riccioli biondi
di ciocche nere e castane a Buchenwald.
Servivano
per fare coperte per i soldati.
Non si sprecava nulla
e i bimbi
li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a
gas.
C’è
un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a
Buchenwald.
Erano di un bimbo di tre anni, forse di tre anni e
mezzo.
Chi sa di che colore erano gli occhi bruciati nei forni,
ma
il suo pianto lo possiamo immaginare,
si sa come piangono i
bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare.
Scarpa
numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei
bambini morti
non crescono.
C’è
un paio di scarpette rosse
a Buchenwald,
quasi nuove,
perché
i piedini dei bambini morti
non consumano le suole…