Post in evidenza

mercoledì 25 novembre 2020

DONNE-NEI TEMPI DI GUERRA-NEI TEMPI DI PACE..

 Per ricordare la giornata della violenza sulle donne,ho scelto di parlare di questo libro appena letto.Le donne hanno da sempre pagato un tributo troppo altro per la loro supposta subordinazione allo strapotere maschile che ne ha fatto oggetto di conquista,attraverso l'uso del corpo come trofeo e premio di guerra,ma anche in tempo di pace,come oggetto,proprietà disponibile ed esclusiva.E lo vediamo quotidianamente dalle cronache dei nostri giorni.

LE CIOCIARE DI CAPIZZI di MARINELLA FIUME

                                         FOTO dal film La ciociara-

Il titolo è evocativo di realtà diverse per distanza geografica ma identiche nella gravità dei fatti:Le violenze gli stupri gli abusi più abietti subiti dalle donne,da parte dei goumiers , militari dell'esercito francese di origine in buon parte marocchina,sbarcati assieme agli amerericani,nell'estate 1943.Il primo grave stupro di massa,le marocchinate come altrimente vennero denominate ,fu consumato in Sicilia,nel piccolo centro dei Nebrodi,Capizzi,sulla strada che,attraversandol'isola, porta i militari a Messina.

E' stato uno stupro subìto da quasi tutte le donne,ragazze ed anche bambine del Paese,con una crudeltà inaudita,spesso anche in presenza dei familiari.

La storia era ben nota,ci sono nutriti riferimenti bibliografici ,anche a corredo delle ricerche dell'autrice.Ma la comunità ha preferito in qualche modo nascondere, evitare di parlarne, per pudore,senso di vergogna, desiderio di dimenticare.

Non basta però rimuovere i torti dalla memoria perchè questi siano meno dolorosi meno brucianti nelle coscienze di chi li ha subiti.

L'autrice si impegna a raccogliere ,per quanto ancora possibile, le testimonianze delle protagoniste ,dei parenti e di chiunque ne abbia notizia,per riscattare attraverso il racconto ed il ricordo,le sofferenze per i torti subiti da queste donne e fare pace col passato attraverso la rielabolrazione dei fatti,perchè diventi salvifica memoria collettiva. Lavoro non facile per le ovvie reticenze,per il troppo tempo già passato, durato parecchio tempio e condotto anche da volontarie dell'Associazione FIDAPA della zona,che grazie alla sensibilità e disponibilità all'ascolto hanno potuto raccogliere molte testimonianze, dolorose ma anche liberatorie e fare emergere il tanto non detto prima.

Nel racconto non mancano riferimenti interessanti sulla struttura socio economica del paese: dedito in gran parte all'agricoltura , le tradizioni segnano e seguono il tempo del lavoro in armonia con le stagioni,con i riti e le credenze sedimentate generazione dopo generazione.Anche questo aspetto ha contribuito probabilmente a tenere all'interno della comunità per tanti anni ,come fatti riservati,il dolore, la vergogna, il perdono anche.

Il testo è correlato da una importante nota della sociologa dott.ssa Maria Pia Fontana,Università degli studi-Catania,sugli stupri di massa ,a seguito delle guerre,sulle motivazioni e pseudo giustificazioni,e sulle profonde e devastanti ferite fisiche e psicologiche che questi lasciano sulle donne.







martedì 17 novembre 2020

ALMENO LEGGERE ..

 Non riesco a fare molto,anzi quasi niente.E non è colpa del covid,delle chiusure,o almeno non solo.Ha contribuito,perchè ho tralasciato dei controlli ed è difficile recuperare subito.

Così leggo e tanto.Anche libri di scrittrici  e scrittori emergenti,evitando libri molto pubblicizzati,che spesso fanno leva sul nome,ma deludono.

Ultimo letto: 

LUIGINA PARISI:UN ABBRACCIO SOSPESO

L'ho letto!Non sono una lettrice compulsiva,mi piace assorbire il sapore ,il suono delle parole che,pagina dopo pagina,compongono la storia.

E quel titolo che dovrà portare da qualche parte,avrà un suo perchè:sempre presente,incombente,così,mentre la storia si dipana il pensiero va oltre,costruisce e demolisce congetture,cosa che pare faccia anche la protagonista.Un gioco,un mosaico di sentimenti, incertezze, fughe in avantie, ripensamenti.

Ogni tanto una tessera sembra fuori posto, e si ricomincia.Prosa armoniosa scelta calibrata delle parole,un clima ed un ambiente mediterraneo che si avvertono,a pelle,e incidono sul carattere dei protagonistisi.

L'indovinatissimo espediente della chat ,e della email con uno sconosciuto dà licenza per un lavoro di quasi sdoppiamento nella ricerca delle motivazioni di certi modi di vivere sentimenti e situazioni anche difficili:

uno studio comportamentale ,di tipo psicologico,sufficientemente distaccato,nella prima fase,ma che finisce per coinvolgere e travolgere emotivamente di sicuro la protagonista,ma forse anche se in modo diverso, l'interlocutore anonimo.E' quell'abbraccio, che sentiamo nell'aria , o la sua assenza,la risposta che ci aspettiamo dalla storia? Per saperlo bisogna proprio leggerla tutta!



lunedì 2 novembre 2020

DI LETTURE, DI LIBRI,DI RACCONTI.

Un piccolo esperimento:otto parole per creare una storia,anche minima.Ma io non ho il dono della sintesi e così è nato un breve racconto.

Le parole chiave:Verde Luce Mare DonnaSperanza Sorriso Alba Domani. 

Era VERDE la collina,quel giorno di marzo. Marzo mediterraneo col sole accecante che gioca fra nuvole spettinate,e alimenta il crescere dell'erba che ti pare di sentirla .farsi strada fra un filo e l'altro per fare spazio a nuovi fili nascenti,a protuberanze che diventeranno presto fiori.In basso il MARE di un azzurro intenso mandava bagliori di LUCE.



La DONNA osservava lo spettacolo appoggiata alla porta ,quasi a farsi sorreggere, prestando la massima attenzione ad ogni cambio di respiro,ad ogni movimento,se pure impercettibile.Il bambino era in una situazione critica.

Bisognava solo aspettare.Così le aveva detto il medico,appena andato via.

Pensava alle volte che in giornate simili,non riusciva a farlo stare in casa a studiare;il sole,la narura che riprendeva a vivere erano un invito assillante.

Lo aveva fatto crescere bene,dandogli serenità e sicurezza,nonostante dovesse fare tutto da sola.Il padre? Padre solo per un solo giorno,poi la paura della responsabilità ,l'insicurezza,l'inesperienza,lo avevano fatto scappare.

Bisognava solo aspettare,si ripeteva Francesca.e intanto,seduta accanto al ragazzo osservava il suo profilo, i suoi occhi socchiusi:gli ricordava tanto il padre ed un velo di tristezza le oscurò il viso.

Restava la SPERANZA che tutto si risolvesse,la crisi fosse superata,e lei continuava a restargliaccanto,mentre le ore passavano e le ombre della sera si sosituivano alle ultime nuvole arrossate dal tramonto.Superare la notte,un incubo. Restò vigile,accanto al letto,mentre le ore passavano,e tanti pensieri giravano nella sua testa.

Rivedeva il film di quegli ultimi anni.La passione,i colpo di testa,un matrimonio celebrato in fretta e in quasi solitudine e quel figlio che le toglieva il respiro,ogni volta che lo abbracciava.

Era tutto,erano tutto,dopo che il padre non aveva avuto la forsa di accettarlo.Un SORRISO mesto affiorò fra i ricordi,ma scomparve subito,non era tempo di sorridere,di abbandonarsi ai ricordi,belli o brutti.

Bisognava solo aspettare.Alomeno fino all'ALBA.

Aspettare e credere in qualche miracolo,anche se lei ai miracoli non ci aveva mai creduto.

L'alba arrivò,anzi le sembrò perfino che bussasse alla porta,come per avvisarla che c'era,che la notte era finita.

Bussò una seconda volta,ma non era l'alba,che si era già evidenziata ,al solito,con la luce prepotente del nuovo giorno.

Andò alla porta,apri,esitante.L'uomo le buttò le braccia al collo ,restarono un attimo senza parole, sorreggendosi a vicenda.

Poi fu un pianto liberatore,silenzioso,caldo di lacrime.E il miracolo,come in ogni lieto fine,si completò ,col bambino che chiamava la mamma e guardava stupito e stordito quello strano gruppo.

Bisognava solo aspettare.

E finalmente ,dopo la lunga notte,ora era già DOMANI.