Per ricordare la giornata della violenza sulle donne,ho scelto di parlare di questo libro appena letto.Le donne hanno da sempre pagato un tributo troppo altro per la loro supposta subordinazione allo strapotere maschile che ne ha fatto oggetto di conquista,attraverso l'uso del corpo come trofeo e premio di guerra,ma anche in tempo di pace,come oggetto,proprietà disponibile ed esclusiva.E lo vediamo quotidianamente dalle cronache dei nostri giorni.
LE CIOCIARE DI CAPIZZI di MARINELLA FIUME
FOTO dal film La ciociara-
Il titolo è evocativo di realtà diverse per distanza geografica ma identiche nella gravità dei fatti:Le violenze gli stupri gli abusi più abietti subiti dalle donne,da parte dei goumiers , militari dell'esercito francese di origine in buon parte marocchina,sbarcati assieme agli amerericani,nell'estate 1943.Il primo grave stupro di massa,le marocchinate come altrimente vennero denominate ,fu consumato in Sicilia,nel piccolo centro dei Nebrodi,Capizzi,sulla strada che,attraversandol'isola, porta i militari a Messina.
E' stato uno stupro subìto da quasi tutte le donne,ragazze ed anche bambine del Paese,con una crudeltà inaudita,spesso anche in presenza dei familiari.
La storia era ben nota,ci sono nutriti riferimenti bibliografici ,anche a corredo delle ricerche dell'autrice.Ma la comunità ha preferito in qualche modo nascondere, evitare di parlarne, per pudore,senso di vergogna, desiderio di dimenticare.
Non basta però rimuovere i torti dalla memoria perchè questi siano meno dolorosi meno brucianti nelle coscienze di chi li ha subiti.
L'autrice si impegna a raccogliere ,per quanto ancora possibile, le testimonianze delle protagoniste ,dei parenti e di chiunque ne abbia notizia,per riscattare attraverso il racconto ed il ricordo,le sofferenze per i torti subiti da queste donne e fare pace col passato attraverso la rielabolrazione dei fatti,perchè diventi salvifica memoria collettiva. Lavoro non facile per le ovvie reticenze,per il troppo tempo già passato, durato parecchio tempio e condotto anche da volontarie dell'Associazione FIDAPA della zona,che grazie alla sensibilità e disponibilità all'ascolto hanno potuto raccogliere molte testimonianze, dolorose ma anche liberatorie e fare emergere il tanto non detto prima.
Nel racconto non mancano riferimenti interessanti sulla struttura socio economica del paese: dedito in gran parte all'agricoltura , le tradizioni segnano e seguono il tempo del lavoro in armonia con le stagioni,con i riti e le credenze sedimentate generazione dopo generazione.Anche questo aspetto ha contribuito probabilmente a tenere all'interno della comunità per tanti anni ,come fatti riservati,il dolore, la vergogna, il perdono anche.
Il testo è correlato da una importante nota della sociologa dott.ssa Maria Pia Fontana,Università degli studi-Catania,sugli stupri di massa ,a seguito delle guerre,sulle motivazioni e pseudo giustificazioni,e sulle profonde e devastanti ferite fisiche e psicologiche che questi lasciano sulle donne.