Luigi Capiana:Versi giovanili.
Un libricino ,ridotto ma gradevole,anzi di più,prezioso e tutto in veste siciliana:ovvio l'autore,Luigi Capuana-Mineo 1839-Catania 1915. Editore Vito Cavallotto,prefazione a cura di Salvatore Camilleri,fine studioso della poesia siciliana ed autore fra l'altro di un importante,almeno per me,vocabolario Italiano-Siciliano,che completa altri due impegnativi vocabolari siciliano-italiano del Mortillaro e del Traina.La prefazione di Camilleri è un lungo e dettagliato escursus sule origini e sull'uso di questi versi ,scritti in età davvero acerba e che poi con la sfrontatezza propria dell'età,hanno avuto rocambolesca visibilità.
Capuana da Mineo,incontra a Catania Giuseppe Macherione,da Giarre,anche lui giovanissimo ma con qualche pubblicazione di poesie già al suo attivo.Macherione conosce Lionardo Vigo,acese,che sta lavorando alla stesura e pubblicazione de I canti popolari siciliani.Gli presenta il giovane amico Capuana che si dice disponibile a collaborare ,cercando in provincia veccchi canti popolari.Occasione ghiotta che Capuana sfrutta con spregiudicatezza,consegnando i propri versi a Vigo,che li accoglie con una buona dose di ingenuità,come autentici canti popolari.Verranno pubblicati anche in una prima ristampa,1861-1863-Solo alla morte del Vigo-1879,Capuana ripubblica i suoi versi confessando anche se non del tutto, quello che era successo in precedenza.Fra i versi alcune poesie che ci siamo abituati ad ascoltare come canzoni del folclore siciliano,e comunque gradevoli e comprensibili anche se in dialetto.
L'amico Giuseppe Macherione , giovane poeta,Giarre marzo 1840,si appassiona anche alla politica,abbraccia la spedizione di Garibaldi e ,innamorato del sogno risorgimentale,si sposta a Torino per la apertura del nuovo Parlamento Nazionale.Muore di tisi nel maggio 1861.
Alcune brevi poesie di Capuana:
BEDDA
Bedda c'aviti picciulu lu pedi
d'oru e d'argentu la scarpa v'he fari
si vi scoprissi Gran Conti Ruggeri
ca di lu pedi s'havi a 'nnamurari;
pigghiatimi lu ncensu e lu ncinseri,
mittitimi la bedda 'nta 'n'artari,
nenti fazzu pti tia mè duci beni,
comu na santa ti vogghiu adurari.
ACCATTARI VURRIA
Accattari vurria na virrinedda
di notti la to porta spurtusari:
vidiri ,figghia mia,quantu si bedda
quandu ti spogghi prima di curcari;
ma timu ca nun fussi tanti bedda,
ca l'occhi nun m'avissiru a 'nnurbari.
Lassa la porta misa a spaccazzedda,
ad occhi chiusi ti vegnu a trovari
Faccio traduzione,a senso:
Bella che avete il piede piccolino
vi devo fare scarpe d'oro e d'argento
nel caso vi dovesse vedere il conte Ruggero
che si innamorerebbe del vostro piede.
Prendetemi l'incenzo e il turibolo
mettete la mia bella sull'altare
io niente faccio per te,mio dolce bene
ma ti voglio solo adorare ,come una Santa.
Vorrei comperare una verrina
per poter bucare la tua porta
e vedere te quanto sei bella
quando di notte ti spogli per dormire.
Ma tempo che miei occhi potrebbero accecarsi
per la tua bellezza.
Lascia la porta un pò aperta
che ti verrò a cercare,ad occhi chiusi.