


Ho fatto alcuni giorni di vacanza,quasi un ritiro ,per riprendere un pò di coraggio e di volontà.
Un ritiro,ma non in qualche convento, no!
Sono arrivata nel mio paesello,per dare un ultimo saluto ad una persona a me carissima e stare qualche giorno vicina ai familiari,poi ho deciso che valeva la pena restarci qualche giorno in più.
Moltissimo caldo,quindi niente mare,solo sane dormite e
poi verso sera ….
Non pensate alla movida ,magari di paese,allo struscio,niente di tutto questo.
Solo lunghe estenuanti chiacchierate con amici ce non vedevo da anni,tanti parenti che puntualmente in questo periodo ritornano, con le loro novità le loro storie la loro voglia di esserci,richiamati da chissà quale ancestrale canto,quale indimenticato incanto.
E si intrecciano parole e ricordi, sapori e saperi antichi, nostalgie e speranze, vecchie foto in bianco e nero e le immagini del presente, che qui sembra ancora passato,quando scegliamo di consumare questi scampoli di vita seduti al tavolo di un bar.
Di bar e ritrovi vari ce ne sono parecchi,quasi in sincronia con l’aumento di giovani,e meno giovani disoccupati o in cerca di improbabili lavori.
Ma noi ci ritroviamo allo stesso bar che frequentavamo tanti anni fa, magari per un cornetto da consumare di corsa saltando sul treno che ci portava a scuola:cinquantaseikilometriandare e cinquantaseikilometriritorno ,tutti i santi giorni del calendario scolastico,per tutti gli anni della scuola superiore..
Ora il bar fa le ore piccole,anzi apertura no-stop col primo cornetto da consumare caldo alle prime luci,ma noi non abbiamo osato tanto.
Una serata di buona musica folk, un bel gruppo ,musica mediterranea,molti brani in grecanico,la nostra lingua recuperata.
Una serata di poesia,poeti di strada,li chiamano .Anno dopo anno,sono alla decima edizione e riscuote ancora interesse.
A tardissima notte a passi lenti e indolenti si torna a casa,ancora chiacchierando,niente paure niente problemi di sicurezza,niente di niente.
Passavo fra abitazioni con le porte aperte per il caldo,gente seduta a cercare un momentaneo refrigerio,sempre pronta ad un saluto,come vecchi vicini del tempo andato.
Lasciavo la chiave alla porta per paura di perderla,qualche volta rientrando trovavo della frutta appoggiata fuori.
Al mattino ,un pò tardi in verità,qualcuno mi chiamava sempre per un caffè o granita e cornetto.
E tutto mi sembrava normale,semplice,come una vecchia
abitudine.
Niente radio,televisione,stampa.
Sono stata bene,così.