Sole e mare a volontà un saluto agli amici e parenti ,quattro passi su vecchie strade gia percorse in anni giovanili.

In tanti,parenti di varie generazioni,dispersi da una moderna diaspora,nelle varie città d'Italia e oltre,ci ritroviamo in estate,per una cenetta sulla spiaggia,quattro chiacchiere,complice una luna intrigante e generosa ,e il dolce rumore della risacca come colonna musicale

La sera la solita chermesse,per la "Poesia in piazza",poesia in lingua italiana ma anche dialettale,e quest'anno anche in grecanico,la lingua dei nostri avi,parlata ancora dai nostri nonni e che la cominità sta cercando da anni di recuperare e rendere viva con varie iniziative.
Un mio piccolo contributo di riconoscenza ed amore per qusta lingua:
Riporto,spero senza sbagliare i versi di un poeta che primo fra tutti,da molti anni ha cercato di tramandare questa lingua non solo oralmente ma lasciando parecchi scritti,poesie,racconti.
Di Bruno Casile(1923-1998)
CHORA DIKIMU (VUA)
Jmme vutànu ce vutànu menu
den din addàsso etuti jtonìa
ode ecùsti i protinì fonìmmo
ode tin echo demèni tin cardìa
Si etuto chùma ti tosso platégghi
an da pappùdiama an din jenìa
ti ìrtasi ode an din Ellàda
gapònda pànda etuti meria.
PAESE MIO
Sono bovese e bovese resto
non ho abbandonato questo vicinato
qui si è sentita la mia prima voce
qui resta legato il mio cuore.
In questa terra che tanto dice
dei miei antenati,della mia gente
venuta dalla Grecia
innamorata sempre di questa comtrada.