
Sembra che in questi giorni si siano riattivate le "Maccalube" di Aragona (AG)
E' un fenomeno naturale,ma desta sempre curiosità,interesse e qualche volta apprenzione.
In alcune zone della Sicilia,in prov.di AG ma anche a CL,formazioni gassose,metano,di tanto in tanto vengono in superficie creando dei vulcanelli,piccoli vulcani,a freddo,che sollevano l'argilla e creano delle pozze d'acqua.Il paesaggio intorno è lunare,brullo e grigio.
La Sicilia è una terra ricchissima di fenomeni naturali che a volte possono sembrare strani e quasi magici.
A parte l'Etna,il vulcano attivo che regala spettacoli non comuni,con i suoi getti di nubi di vapori incandescenti,le sue fontane di lava,le sue bizzarrie,quando entra in eruzione,abbiamo lo Stromboli che con precisione elargisce le sue bombe vulcaniche che vanno ad alimentare la sciara di fuoco,un fiume di lava che finisce in mare.
Abbiamo avuto,qualche anno fa,un fenomeno strano e ad oggi,per quanto mi risulta, inspiegabile che riguardava incendi improvvisi in una fascia di abitazioni di Canneto,sul versante tirrenico dell'isola:partivano tutti da cortocircuiti degli impianti elettrici.
Ricordiamo,di recente anche il fenomeno verificatosi nei pressi delle isole eoliane,dove in mare si è creato un effetto ebollizione,con acqua a temperatura non naturale ed onde quasi da piccolo zunami.
E poi c'è stata la comparsa improvvisa dell'isola Ferdinandea,sulla costa sud-occidentale della Sicilia,luglio 1831-scomparsa altrettanto improvvisamente,mentre Francesi e Inglesi tentavano di sistemare le loro bandiere-("Un fil di fumo"- Andrea Camilleri)
Fenomeni naturali,certo,scientificamente spiegabilissimi,ma comunque strani ed inquietanti,per molti versi.Terra misteriosa,terra ballerina.
Da Wikipedia:
Le "maccalube" (dall'arabo maqlùb, ribaltamento,rovescio) sono pure visibili nei pressi di Caltanissetta in località Terrapelata, che deve il proprio nome al caratteristico aspetto di terra brulla, "pelata" appunto, che contraddistingue le maccalube. Nel recente passato (2002), le maccalube o "vulcanelli" di Terrapelata sono state anche al centro di un fenomeno abbastanza esteso che ha prodotto profonde fenditure nel terreno. La zona dei vulcanelli, che verrà presto recuperata e valorizzata, si trova nelle immediate vicinanze della Riserva di Capodarso e Valle dell'Imera Meridionale, proprio in mezzo alle famose miniere di zolfo di Caltanissetta.
Sulla collina dei Vulcanelli, area brulla di colore dal biancastro al grigio scuro, si trovano una serie di vulcanelli di fango, alti intorno al metro, che sono i protagonisti del vulcanesimo sedimentario. Il fenomeno è legato alla presenza di terreni argillosi poco consistenti, intercalati da livelli di acqua salmastra, che sovrastano bolle di gas metano formato dalla decomposizione di animali e vegetali che popolavano l'oceano che dominava la sicilia milioni di anni fa. Il gas è sottoposto a una certa pressione e, attraverso discontinuità del terreno, affiora in superficie, trascinando con sé sedimenti argillosi ed acqua, che,solidificandosi danno luogo a un cono di fango la cui sommità è del tutto simile a un cratere vulcanico. La consistenza dei fanghi argillosi è a volte così liquida, come nella zona di Caltanissetta, da non permettere la formazione di veri e propri coni vulcanici. Altre volte il fenomeno assume carattere esplosivo, con espulsione di materiale argilloso misto a gas e acqua scagliato a notevole altezza.
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