Eravamo in pieno periodo di guerra:tempi duri e mancava proprio tutto,a tutti.
Con l'amico e “discepolo” Peppe e due asini,era andato fino a Roghudi.

(dopo l'alluvione del 1952 il paese è stato evaquato e trasferito altrove)
Partendo da casa aveva caricato gli asini di legumi-fagioli,lenticchie,fave,patate gli ultimi ortaggi,ed anche del pesce salato,sarde e sardine,principalmente,da barattare o vendere.
E in paese aveva trovato un po di grano,castagne,del formaggio e altri prodotti che la terra e il lavoro costante degli uomini del paese procuravano e con il prezioso carico,tornavano verso casa.
Strade impraticabili,delle strette mulattiere spesso a ridosso di strapiombi ed a valle l'Amendolea,quasi un fiume,navigabile per circa tre Km,al tempo dei romani.
Camminava silenzioso,Antonio,creando qualche problema al suo compagno di viaggio,molto più giovane e non incline alla meditazione.
Giunti finalmente sul ponte che sovrastava il torrente,si è fermato, per guardare parte della strada appena percorsa e qualche gruppo di case,testimonianza del paese che avevano lasciato.
“Cosa guardi,'Ntoni,che c'è?”
“Niente,ma finamente mi è venuta! Ascolta”
Peppe aspetta ,in silenzio e Antonio finalmente inizia a parlare.
Camminando aveva cercato e limato dei versi per una poesia.
“Vinni meravigghiatu di Roghudi
non sacciu comu campanu ddi mari
i casi fatti supra a nu rrumbuli
e ntornu ntornu ndannu ddu jhumari.
L'omini parinu testi di muntuni
i fimmini sembranu crapi campanari.
E vannu a lu mulinu,schieri schieri,
partinu strippi e tornanu lattari.”
Antonio non era un poeta,ma se la cavava molto bene con le parole,anche troppo,dicevano i suoi avversari politici,perchè i suoi discorsi,i suoi ragionamenti coinvolgevano,convincevano e difficilmente si faceva trovare impreparato.Lo chiamavano il filosofo della politica,ma di questo racconterò un'altra volta,forse.
(I versi sono in dialetto calabrese,quasi arcaico,e tenterò di dare una probabile traduzione:
“Sono meravigliato del paese di Roghudi
non so come vivono quei poveretti
le case costruite su un cucuzzolo
(il paese)è circondato alla base da due torrenti
gli uomini assomigliano a caproni
le donne somigliano a capre rumorose
(le donne)vanno al mulino,a gruppi
partono infeconde e tornano col latte.”
-Come dire che chi va al mulino si infarina.
(gli accostamenti di uomini e donne ad animali domestici forse era dovuto anche al modo di vivere in certi ambienti e in situazioni di promisquità,di misera di ignoranza)