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domenica 5 aprile 2020

LA DOMENICA DELLE PALME IN TEMPO DI QUARANTENA..

Non sono dello spirito giusto per scrivere oggi qualcosa.
Le parole muoiono in gola,prima di poterle esplicitare.
Ripropongo un vecchio post,ed insieme a chi legge ripercorro momenti di memoria e di tradizione.

Era la Pasqua del 2011..
LA DOMENICA DELLE PALME,FRA SACRO E PROFANO

Oggi la Chiesa celebra l'ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme,fra canti ,palme rami di ulivo e "osanna".
Seguiranno i giorni intensi della condanna,della crocifissione, della morte.
Quanto poco il tempo fra i giuramenti di fedeltà e i tradimenti.
Quante brevi le ore fra la tentazione,l'umana sofferenza e l'accettazione dell'amaro calice.
E poi,quando tutto fu compiuto,la luce del nuovo giorno,la speranza nuova,la Resurrezione.


Nei miei ricordi la Domenica delle Palme era cerimonia religiosa ma anche profana,pagana.
Per noi bambini era l'occasione per indossare un vestito nuovo,leggero,e prepararci
all'arrivo della bella stagione.
Gli adulti ringraziavano Dio per i doni già ricevuti dalla terra e per i buoni raccolti nei quali speravano.
I contadini preparavano i "trionfi",lunghi bastoni interamente rivestiti con tralci di rampicanti,foglie e rami di ulivo,foglie di palme intrecciate,tralci e baccelli di teneri piselli e fave fresche,nastri colorati e collane di ciambelle dolci fragranti di forno. Con gli abiti della festa arrivavano in Chiesa per partecipare alla benedizione di questi loro doni che poi dividevano fra i presenti ,riportando a casa l'ulivo e le palme benedetti,da appendere accanto alle immagini sacre,poste sempre sopra il letto.



Nel vicino paese di Bova ,piccolo borgo dell'area grecanica della Calabria, per la Domenica delle Palme
si creavano delle vere opere d'arte.
Si preparavano delle strutture,dei manichini,con sembianze di donna che poi venivano totalmente rivestite,con pazienza e maestria ,con ramoscelli e foglie intrecciate di ulivo,completati con nastri ,fiori e poi portati in processione.
Era la "processione delle pupazze"





                                                                                           PARTICOLARE DELLA LAVORAZIONE,A INTRECCIO,DELLE FOGLIE DI ULIVO.

Il rito , denominato anche "processione di Persefhone", si ripete ciclicamente a Bova. 
E' speciale ,e le figure femminili, spesso giunoniche, ci ricordano il mito greco di Persephone e di sua madre Demetra, dee che presiedevano  all’agricoltura.
La leggenda racconta che Ades, signore dell’oltretomba, invaghitosi della fanciulla Persephone, la rapì mentre raccoglieva fiori nel campo Niseo, portandola nel suo regno sotterraneo.
Ciò causò la scomparsa della vegetazione ma, dopo giorni di disperazione, le suppliche di Demetra a Zeus ottennero che la figlia, per metà dell’anno, tornasse con la madre sulla terra a far rifiorire e rinverdire campi e messi.(dal web)



Finita la processione,le statue vegetali venivano smembrate,e il loro rivestimento di ulivo e palme diviso fra i presenti.
Tutti portavano a casa i rametti benedetti che legavano agli alberi dei loro poderi,ai muri delle case,in segno di ringraziamento e di speranza per la bontà e abbondanza dl raccolto:sacro e profano,cristiano e pagano.Nella civiltà contadina,ma non solo, le distinzioni non sempre sono chiare e nette.








                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            Un ramoscello simbolico per voi:augurio di pace, e ringraziamento ,se avete avuto la pazienza di leggere questo post forse lungo e un po noioso
Buone palme .

12 commenti:

Rosaria ha detto...

I tuoi scritti non sono mai noiosi.
Ho letto tutto con molta calma, assaporando ogni parola e passaggio
con commozione le tradizioni di questa tua giornata che si intrecciano con le mie.
Oggi ci fanno compagnia e ritroviamo in questi ricordi volti e voci amati.
Un rametto di palma🌿 Dolce notte.

Tomaso ha detto...

Cara Chicchina, per me è sempre un piacere leggere ciò che scrivi, è come rilassarci e rimanere tranquilli in questi momenti.
Ciao e buona giornata con un forte e sentito abbraccio e pure il sorriso:-)
Tomaso 

chicchina ha detto...

Grazie Rosy,parole sempre gradevoli e gradite.Ci facciamo compagnia,Rosy,cerchiamo fra i ricordi per schiacciare i fantasmi che non ci vogliono abbandonare.Fede e speranza,nostre compagne di strada,per ora.

chicchina ha detto...

Ti ringrazio Tomaso per le tue parole sempre gentili e garbate.Ti chiedo anche scusa perchè per ora non riesco a stare ferma,a girare dagli amici.Passerà tutto questo,speriamo.Un abbraccio fortissimo anche a te,caro amico,e riguardati pure tu,lo dobbiamo fare tutti,ma noi con più attenzione.A presto e una serena Pasqua,che sia la Pasqua della rinascita e della nuova speranza.

Sciarada ha detto...

Questa è una forma di sincretismo piena di fascino.
Buona Pasqua Chicchina a te e famiglia, ti abbraccio...

Sari ha detto...

Molto interessante il tuo racconto sulle usanze della tua terra. Quanta fantasia, creatività e amore nelle mani dei nostri predecessori. Le tradizioni stanno morendo incalzate dalla modernità e dalle tante novità portate da altre culture... meno male che qualuno resiste e dovremmo farlo tutti.
Buona Pasqua e un abbraccio.

chicchina ha detto...

COMUNICAZIONE DI SCUSE:SOLO ADESSO MI SI SONO SBLOCCATI TUTTI I COMMENTI E RISPONDO QUINDI IN RITARDO..TECNICAMENTE GIUSTIFICATO.

chicchina ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
chicchina ha detto...
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chicchina ha detto...

La nostra storia religiosa,ma non credo sia l'unica,è piena di questi esempi,immagino stratificazioni nel tempoe adeguamenti alle necessità di ogni popolo ed in ogni tempo.Tardi per gli auguri,ma ti auguro buoni e sereni giorni,anche in momenti poco belli,per tutti.

chicchina ha detto...

Sari,grazie per la tua presenza.Le tradizioni sono l'anima di ogni comunità,e creano i ponti fra quello che siamo stati e che vorremmo essere in divenire.Sono più facili da coltivare,oggettivamente,in contesti più piccoli e limitati ma quando si riesce è vera poesia,aore ed amore per il prprio passato.Siamo molto distratti dalla modernità e dalla globalizzazione di notizie,usi e costumi.Può arricchire se aiutano la conoscenza e gli scambi interpersonali,ma mai abbandonare quello che già si ha.

LIBERIUS ha detto...

Ho terminato di scrivere, dovrei dire riscrivere Alchimie. Se vuoi l'ingresso è aperto. Buona giornata.