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giovedì 12 dicembre 2019

QUEL DODICI DICEMBRE.









Sono passati 50 anni,da quel freddo dodici Dicembre,ma la memoria mi rimanda ricordi vivissimi,dettagliati, di quel giorno e dei giorni che si sono poi succeduti..
Vivevo a Milano,allora,dove ero arrivata nel 62,emigrata dalla Calabria,dopo la morte di mio padre.Qualche anno dopo arrivarono anche i miei fratelli e mia madre.
Il '68 ed il '69 sono stati anni difficili,di ribellioni, manifestazioni spesso violente. Tutto veniva messo in discussione.
Ma non ci si aspettava niente di così grave,drammatico,distruttivo in tutti i sensi.
Ero a casa quel giorno,anche se era giorno di lavoro,forse non stavo bene.Non avevo neanche sentito la notizia in TV,quando arriva una telefonata che mi fa raggelare.Amici mi chiedono se siamo tutti a casa,compresi i miei fratelli.E mi danno qualche frammentaria notizia,proprio nell'immediatezza dei fatti.Abitavamo in provincia ma lavoravamo tutti a Milano,in posti diversi.
Non potevamo fare niente,ovvio,se non stare attaccati alle notizie,ma poi la confusione aumentava ed anche la paura.Mio fratello,il più giovane,aveva sentito la telefonata ,ed era subito uscito di casa.Ho visto che prendeva le chiavi della macchina,ma non ho potuto chiedere niente.Ero preoccupata anche per lui,allora era molto attivo assieme ad altri giovani della sezione giovanile del P.C.I.Ho saputo dopo  che era voluto arrivare fino al luogo del massacro,e tutte le peripezie per rientrare a casa,con una città completamente blindata. Avevamo paura. Era una paura irrazionale,in quel momento,ma poi la paura diventò angoscia, incubo,man mano che le notizie aumentavano.Sapevamo che non si sarebbe tornati indietro facilmente,intuivo una realtà che avrebbe cambiato il nostro modio di vivere,nell'immediato.
La città e tutta la provincia hanno risposto in modo esemplare,al momento del raccoglimento e dei funerali,ma fatti di contestazione non sono mancate,e la verità faceva fatica ad emergere.Avremmo saputo dopo i motivi di tante false notizie,di tante trame...

Due anni dopo lasciavo Milano per trasferirmi in Sicilia.


12 commenti:

Tomaso ha detto...

Cara Chicchina, la storia ci insegna di non abbassare mai la guardia, sono momenti difficili, la speranza che tutto vada bene.
Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso

pacandrea ha detto...

Da quel giorno non siamo mai più andati dove cerano assembramenti di gente. Lo stadio fu la cosa più dolorosa come il Palio di Siena. Ancora oggi risento quella preoccupazione di miei che mi percorre il corpo quando devo andare a riunioni affollate.
Sono stati anni duri e sottovoce, mai esprimere giudizi in pubblico e in particolare in ambito studentesco, la digos faceva paura e aveva infiltrati tra noi giovincelli.

Mirtillo14 ha detto...

Io ero una rigazzina, ricordo quei fatti ma ancora di più tutti gli attentati che si sono succeduti negli "anni di piombo". Avevo paura a salire sui treni. Mi ha fatto piacere leggere questo tuo ricordo. Saluti

Folletto del Vento ha detto...

... la madre di tutti gli attentati terrostici in Italia nel dopoguerra e non dimentichiamo che, in fondo, "andò anche bene", gli attentati furoni 3 pressochè contemporanei, se non ricordo male gli altri due furono a Roma e causarono solo feriti.

Sono passati 50 anni, ma la cultura dell'odio è ancora li.

chicchina ha detto...

Andrea,la tentazione di chiudersi in casa,di "non vivere"è venuta a tanti di noi in quegli anni.E forse chi seminava il terrore voleva proprio questo,persone che vivevano nel terrore,non aprivamo neanche la tv e la radio,a volte,per la paura che notizie sconvolgenti e luttuose ci piovessero addosso.Le notizie 'erano comunque e pure i morti,i depistaggi,le stragi.Abbiamo superato anche quei momenti,ci siamo ripresi la vita,con le nostre abitudini,le piccole trasgressioni..E siamo qui a raccontare , ricordare,e sperare che non succeda ancora.Grazie Andrea.

chicchina ha detto...

Avevo già quasi trent'anni,e ricordo anch'io, ma mi sono sempre rifiutata di cambiate le mie abitudini,anche perchè il lavoro mi portava comunque a spostarmi, a dover uscire di casa.E poi,come detto sopra,vivevo fra due regioni lontane una dall'altra e spesso,quando succedeva qualcosa,c'erano qualche familiare che si trovava..nel posto sbagliato al momento sagliato e la paura e le preoccupazioni erano grandi.Grazie Mirtillo.

chicchina ha detto...

Ciao Tomaso,vero,dobbiamo sempre fare attenzione perchè certe recrudescenze possono fare ancora paura.Ricambio un carissimo saluto e..ci sentiremo ancora.Ciao

chicchina ha detto...

triste e condivisa la tua costatazione,Folletto del Vento.Abbiamo superato quegli anni tragici e luttuosi,ma l'odio rinasce sempre sotto nuove forme!E a noi tocca il compito di continuare a sperare e tenere viva la memoria,per i più giovani.Grazie del passaggio.

sinforosa c ha detto...

Una delle tante tragedie italiane, ne serbo il triste ricordo.
sinforosa

chicchina ha detto...

Un ricordo difficile da archiviare anche per me.Avevo vissuto fino a quel momento,la città con la gioia e lo stupore di chi vi era stata catapultata,quasi per caso,da una piccola realtà di provincia.Dopo Piazza Fontana è cambiato tutto.Grazie Sinforosa,per la tu testimonianza.

Francesco ha detto...

bella testimonianza di chi c'era in quegli anni

chicchina ha detto...

Si tende a dimenticare,qualche volta ma quegli anni sono rimasti dentro con le morti le stragi,ma anche il coraggio di quanti hanno,abbiamo voluto superare quelle buie vicende per tornare a riprenderci la nostra vita..Grazie per essere passato. Cerchero il tuo blog..